Politica economica

Bonus ai 18enni, scontro sul taglio: "Quei 230 milioni fissi alla cultura"

Italia viva pronta all'ostruzionismo nelle Aule. Dubbi in Forza Italia, ma Mulè difende la linea della maggioranza. Spuntano emendamenti per lo smartworking e misure per il terremotati

Bonus ai 18enni, scontro sul taglio: "Quei 230 milioni fissi alla cultura"

La manovra è alla prova della Camera sotto una pioggia di emendamenti. Sono 3.104 quelli presentati in Commissione bilancio che stamani dichiarerà quelli inammissibili, mentre domani alle 15 scade il termine per quelli segnalati come priorità. L'obiettivo è portare il provvedimento in Aula entro il 20 dicembre, approvarlo prima di Natale per chiudere in Senato entro il 31 dicembre e scongiurare l'esercizio provvisorio. I margini finanziari sono stretti, su 35 miliardi di manovra, le risorse a disposizione per le modifiche ammontano a circa 400 milioni.

Una proposta a firma della maggioranza di Fdi Lega e Forza Italia, chiede di abrogare il bonus per i 18enni per teatri, cinema, spettacoli, libri e abbonamenti, mostre e concerti. Le risorse - 230 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 - andrebbero sostegno del mondo della cultura, ma anche alla valorizzazione del complesso del Vittoriano a Piazza Venezia e alla rievocazione della Girandola a Castel Sant' Angelo. Al posto del bonus nascerà «carta cultura» per evitare abusi e per «tutelare dallo snaturamento delle finalità della app che viene largamente utilizzata per l'acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura», dicono i firmatari dell'emendamento Federico Mollicone, Rossano Sasso e Rita Dalla Chiesa. Attacca Matteo Renzi, che da premier aveva voluto la misura: «Sono pronto all'ostruzionismo parlamentare».

«I 230 milioni della App non sono tolti alla cultura - spiega il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI) - sono soldi che restano tutti nel perimetro culturale che viene solo ridisegnato e saranno destinati a una nuova Carta della cultura che però sia in grado di evitare le truffe ai danni dello Stato».

Uno dei nodi da sciogliere è 18 invece sulle pensioni minime, con Forza Italia che preme per alzarle fino a 600 euro dagli attuali 574 già previsti in manovra, «per arrivare poi, entro la legislatura, a mille euro», dice il relatore in commissione Roberto Pella. Emendamenti anche sul Superbonus. Secondo la Cna quasi 50mila imprese sono in difficoltà sulla cessione dei bonus edilizi e i crediti accumulati nei cassetti fiscali delle aziende e non monetizzati hanno raggiunto così i 5 miliardi, il doppio rispetto alla scorsa primavera. Sulla spinta di Forza Italia il governo è al lavoro per concedere una miniproroga rispetto alla scadenza del 25 novembre per usufruire a pieno del 110% e per sbloccare i crediti.

Confermato anche l'innalzamento della soglia contanti a 5mila euro, anche dopo la posizione espressa dal consiglio Ue di un limite a 10mila in Europa in chiave anti riciclaggio. Secondo fonti di Palazzo Chigi il governo è in «piena sintonia» con quello che definisce un «ragionevole tetto», ma conferma la soglia a 5mila euro in manovra.

Emendamenti bipartisan per la proroga dello smartworking, ad oggi consentito - anche senza accordo - fino al 31 dicembre per lavoratori fragili e genitori di under 14. FdI propone di estenderlo di tre mesi o fino al 31 dicembre 2023 sia nel settore pubblico che nel privato.



In arrivo anche misure per il centro Italia colpito dal sisma: la proroga del credito d'imposta in favore delle imprese che acquistano beni strumentali nelle regioni colpite, e l'esenzione dal pagamento delle imposte di bollo e di registro per gli interventi di ricostruzione.

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