"Il capitale della Banca d'Italia, comprese quindi le riserve auree, è detenuto da banche, assicurazioni, fondazioni, enti ed istituti di previdenza, fondi pensione ecc. aventi sede legale in Italia. In molti casi si tratta di soggetti privati, alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri. L'Italia non può correre il rischio che soggetti privati rivendichino diritti sulle riserve auree degli italiani. Per questo c'è bisogno di una norma che faccia chiarezza sulla proprietà". Lo si legge in una nota informativa di FdI - anticipato dai siti di Repubblica e Corriere della sera - intitolata "Oro di Bankitalia al popolo italiano: smontiamo le fake news", a proposito dell'emendamento alla manovra presentato dal partito della premier Meloni. "Inoltre - si nota nel documento dei gruppi parlamentari -, sul sito della Banca d'Italia si afferma che l'oro è di 'proprietà dell'istituto'. Un motivo in più per esplicitare che le riserve auree sono di proprietà di tutti gli italiani".
Nel capitolo finale del documento, visionato dall'ANSA, viene sintetizzata la posizione di FdI. "È importante ribadire che queste riserve non saranno mai nella disponibilità dei soggetti privati che detengono quote di capitale di Banca d'Italia, alcuni dei quali fanno capo anche a gruppi stranieri". Secondo il dossier, "l'allarmismo nato intorno all'emendamento presentato da Fratelli d'Italia in Senato alla legge di Bilancio, che ribadisce un principio normale e cioè che le riserve auree sono di proprietà del popolo italiano, è sorprendente. La misura, infatti, a differenza di quanto sostenuto da politici e analisti di sinistra, né mette in discussione l'indipendenza della Banca d'Italia, né viola i trattati europei. Si tratta - prosegue la nota interna - di una norma utile e giusta che mette in sicurezza la ricchezza del popolo italiano. In passato, quando Fratelli d'Italia aveva sollevato la questione, ci era stato risposto che Bankitalia è di fatto una istituzione pubblica e, di conseguenza, l'oro da essa custodito deve essere considerato di natura pubblica. Perciò, l'unica critica sensata che si potrebbe sollevare è che l'emendamento in questione sia ridondante e non necessario. Non si comprende quindi la levata di scudi di queste ore nei confronti della proposta di FdI. A meno che, ed è lecito domandarselo, chi oggi si agita non abbia altri motivi per farlo".
È "falso" sostenere che "il Governo vuole l'oro di Bankitalia per venderlo", continua la nota, "Al contrario, vogliamo affermare che la proprietà dell'oro detenuto dalla Banca d'Italia è dello Stato proprio per
proteggere le riserve auree da speculazioni. L'unico che ventilò l'ipotesi di una vendita delle riserve auree fu un governo di sinistra, quello di Romano Prodi, che nel 2007 salutava come 'positivo' il dibattito sul tema".