Dopo dieci anni, le Fondazioni di origine bancaria entrano in una nuova fase. È stato firmato ieri mattina dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal presidente dell’Acri, Giovanni Azzone ( in foto ), l’Addendum al Protocollo Acri-Mef, che aggiorna l’intesa del 2015 siglata da Giuseppe Guzzetti e Pier Carlo Padoan. Il nuovo accordo, annunciato ieri nel corso della Giornata Mondiale del Risparmio, introduce una serie di correttivi su gestione patrimoniale, governance e limiti di concentrazione del portafoglio.
Azzone, dal palco dell’evento, ha sottolineato come l’Addendum consenta di superare «il limite meccanico del 33%» dell’attivo detenibile nella banca conferitaria. «La soluzione trovata ha spiegato - evita di mettere in crisi il settore, sia per le banche di sistema che per quelle di territorio, e consente alle Fondazioni di svolgere meglio la propria missione a favore dei territori». A seguito del rally di Borsa molti enti si sono trovati in difficoltà: a fine 2024 le azioniste di Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparo e Carifirenze avevano superato la soglia. L’azionista di Unicredit, Fondazione Crt, vi si era molto avvicinata (30%), mentre Cariverona era su un più rassicurante 25%. Il presidente dell’Acri ha comunque precisato che il nuovo accordo «non permetterà comunque di acquisire nuovi pacchetti azionari sul mercato».
Il testo prevede infatti la possibilità di ricalcolare l’esposizione verso singoli soggetti applicando coefficienti di rischio compresi tra 0,75 e 0,85, a seconda della solidità dell’emittente. In pratica, il limite del 33% dell’attivo potrà essere modulato in funzione del grado di rischio dell’investimento, consentendo alle Fondazioni una maggiore flessibilità senza intaccare i principi di prudenza e diversificazione.
In caso di superamento dei limiti per effetto dell’andamento di mercato, è previsto un piano di rientro entro tre anni, sotto la supervisione del Mef.Sul fronte della governance, l’Addendum consente di estendere la durata dei mandati di presidente e consiglio di indirizzo fino a sei anni, rinnovabili una sola volta, per un massimo di dodici anni complessivi.