Girardi (Anie): “Serve una politica industriale che guardi lontano”

Orsini: “Presto presenteremo un piano di rilancio per portare il Pil al 2%”. Urso: “Il nostro metodo è condividere le decisioni con le imprese”. Pichetto: “Il nucleare è la scelta giusta”

Girardi (Anie): “Serve una politica industriale che guardi lontano”
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“Da 80 anni Anie conduce OLTRE”. È con questo titolo che l’associazione ha celebrato oggi all’Auditorium della Tecnica di Confindustria un traguardo storico, gli 80 anni dalla sua fondazione. Un’occasione per riflettere sul ruolo dell’industria elettrotecnica ed elettronica italiana nella trasformazione del sistema produttivo, e per rilanciare la visione strategica verso una nuova competitività industriale europea.

Nel corso dell’evento è stato presentato lo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: Il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, realizzato da The European House – Ambrosetti e ANIE, con il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo. Il lavoro si inserisce nel nuovo quadro delineato dal Competitiveness Compass della Commissione Europea e si ispira alle raccomandazioni del Rapporto Draghi. L’industria rappresentata da Anie emerge come settore chiave per la resilienza industriale, la transizione ecologica e digitale e la sovranità tecnologica del Paese.

Filippo Girardi, presidente di Anie Confindustria, ha ribadito l’importanza strategica del settore. “L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana è un pilastro della competitività industriale nazionale ed europea. In una Europa che deve accelerare sulla doppia transizione, le tecnologie di Anie rappresentano un fattore abilitante essenziale”, ha rimarcato. Girardi ha poi formulato una serie di proposte concrete. “Chiediamo con forza che il nostro settore venga riconosciuto come strategico in modo pieno, strutturale e stabile. Servono strumenti concreti per sostenere la crescita: la riduzione strutturale del cuneo fiscale; un Piano Nazionale Industria 6.0; bandi semplici e rapidi; una cabina di regia pubblico-privata; un Piano Casa per la manifattura. Chiediamo un contesto che valorizzi chi innova, investe e crea lavoro nel Paese”, ha evidenziato.

Alla presentazione dello studio ha preso parte anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha ricordato. “Quando ero titolare del Commercio con l’Estero, dal 2001 al 2010, ho guidato delegazioni di imprese italiane in oltre 110 Paesi. Oggi, fin dall’inizio del nuovo mandato, abbiamo instaurato un dialogo con tutte le associazioni di impresa. Crediamo nella rappresentanza sociale e nel tessuto istituzionale del nostro Paese. In questo confronto c’è sia il metodo sia il merito: quello della condivisione dell’azione, perché pensiamo che una politica industriale è tanto più forte quanto più è largamente condivisa”, ha evidenziato il ministro.

Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha rilanciato l’urgenza di un piano di rilancio per l’industria nazionale. “Nelle prossime settimane faremo una proposta concreta a Palazzo Chigi con un piano per arrivare al 2% di crescita del Pil. È un piano con una visione di lungo termine. Bisogna avere coraggio”, ha annunciato. Nel suo intervento ha poi ricordato che “servono certezze. Un piano strutturale, una visione a tre o cinque anni per rilanciare l’industria italiana. Basta rincorrere capitoli di bilancio: serve coraggio”. Orsini ha ribadito la centralità del dossier energetico. “Dobbiamo arrivare a pagare l’energia tra i 65 e i 70 euro per megawattora: oggi siamo a oltre 100. È un costo che frena la competitività delle imprese. Per questo abbiamo avanzato tre richieste: sbloccare i 151 Terawattora di rinnovabili fermi; consentire alle imprese di usare direttamente l’energia prodotta da impianti privati; ottenere una quota della nuova produzione elettrica a prezzi calmierati”. Infine, ha ricordato l’importanza dell’export: “Le imprese esportano 626 miliardi di euro con un saldo positivo di 200 miliardi. Possono arrivare a 700, ma dobbiamo liberarci del peso di energia cara, burocrazia e norme che rallentano”.

Anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, è intervenuto sul futuro energetico del Paese. “Al 2040-45 secondo gli analisti la domanda di energia crescerà enormemente.

Dobbiamo seguire l’esempio della Spagna, dove si è scelto di continuare con il nucleare. Alla riunione dell’alleanza per il nucleare si è presentata anche la Germania, pur in forma non ufficiale. Il nucleare di nuova generazione è energia pulita e sicura”, ha detto.

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