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Kkr, origini e patrimonio del fondo americano che acquisirà la rete fissa Tim

Come nasce e di quale portafoglio gode, in Italia e all’estero, l’operatore internazionale che si accinge, salvo azioni annunciate da Vivendi, a rilevare l’infrastruttura strategica dell’azienda di telecomunicazioni

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La cessione della rete Tim al fondo americano Kkr dovrebbe, dunque, diventare effettiva entro un anno. Sempre che la decisione del board, presa senza interpellare gli azionisti, non venga osteggiata legalmente, come peraltro già annunciato, dal socio francese, Vivendi, o da altri. In attesa delle prossime puntate di questa storia travagliata, cerchiamo di capire meglio “chi è” Kkr.

Origini e portafoglio attuale

Fondato da da Jerome Kohlberg, Henry Kravis e George Roberts, dalle cui iniziali ha preso il nome, Kkr è un operatore internazionale nella private equity, con sede a New York. Quotato a Wall Street dal 2010, gestisce oggi circa 500 miliardi di patrimonio in 17 paesi, con quasi 1700 dipendenti. Al 31 dicembre 2022 erano 127 le aziende in portafoglio nei suoi fondi di private equity, che generavano in totale circa 288 miliardi di dollari di ricavi annuali.

Secondo quanto riporta Cnn, i principali azionisti di Kkr sono le società d’investimento statunitensi Capital Research & Management (con il 4,49%), The Vanguard Group (con 4,31%) e Harris Associates (3,3%). Nel suo portafoglio figurano investimenti in società come Alliance Boots, Del Monte, Kodak, Prosiebensat.1 e Axel Springer, gruppo media tedesco di cui poi è diventato azionista di riferimento, con il 43,54% del capitale, dopo un’operazione del peso di 3,2 miliardi di dollari.

Nel 2007 Kkr procede all’acquisizione di Txu Energy, fornitore di elettricità al dettaglio americano, operazione ritenuta all’epoca “il più grande buyout della storia”. Della sua scuderia fanno oggi parte, fra le altre, le americane Viasat, Metronet Fiber, la colombiana On Net Fibra, Pinnacle Tower nelle Filippine, le spagnole Telxius Telecom, Reintel e Mas Movil, l’indiana IndiGrid, e ancora, ByteDance, Epic Games, GetYourGuide e Wella. In Italia, ha avuto un ruolo attivo nelle infrastrutture, con investimenti significativi in aziende come Fibercop, e investito nella produzione di soluzioni di packaging automatizzate con la umbra Cmc Solutions.

Kkr in Italia

Il primo investimento compiuto dal fondo nel nostro Paese è stata Selenia, ceduta poi nel 2007; fra il 2010 e il 2019 interviene anche in Sistemia, Argenta, Inaer e Sirti. Attualmente nel suo portafoglio, oltre a quote delle già citate FiberCop e Cmc, risultano anche partecipazioni in Industria chimica emiliana Group, Magneti Marelli e cartiere Fedrigoni. Detiene poi una quota indiretta in Inwit, a seguito della joint venture siglata con Gip e Vodafone per Vantage Towers. Tra le società con una forte presenza in Italia presenti nel portafoglio, anche la spagnola Ivirma, gruppo medico che si dedica alla riproduzione assistita, 3 le cliniche presenti in Italia, delle 70 complessive.

Gli italiani in Kkr

Tra i manager di Kkr in Italia troviamo Mattia Caprioli, entrato nel fondo nel 2001 e oggi partner e Co-Head of European Private Equity. Laureato alla Bocconi, si è occupato di fusioni e acquisizioni in Goldman Sachs a Londra. Italiano pure Alberto Signori, partner del team Infrastrutture, specializzato in investimenti in Europa, Africa, Medioriente. Bocconiano anch’egli, ha lavorato per la società di investimento M&G, gestendo acquisizioni nei settori delle telecomunicazioni, dell’energia, dei trasporti e dei servizi di pubblica utilità. Si occupa invece degli investimenti in tecnologie, media e telecomunicazioni Diego Piacentini, dal 2019 advisor di Kkr, vicepresidente senior della divisione International Consumer Business di Amazon dal 2000 al 2016 e, nei dodici anni precedenti, Vp Sales and GM Europe presso Apple, nonché Commissario straordinario per l’Agenda digitale a Palazzo Chigi dal 2016 al 2018, su nomina dell’allora presidente del Consiglio Renzi.

Ad occuparsi della comunicazione di Kkr è invece Tancredi Group, società di pubbliche relazioni basata a Londra, fondata nel 2015 da Giovanni Sanfelice di Monteforte, fra l’altro già capo ufficio stampa corporate di Telecom Italia dal 2004 al 2007.

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