Investimenti stellari

Lo sportello in banca, i bitcoin e la chitarra di Hendrix. Red Ronnie: "Il mio bene rifugio è la mia umanità"

Una vita spesa per la musica e per la tv, ma Red Ronnie ha anche un passato da bancario. Il conduttore e critico musicale racconta in esclusiva IlGiornale.it il suo rapporto con il denaro e gli investimenti

Lo sportello in banca, i bitcoin e la chitarra di Hendrix. Red Ronnie: "Il mio bene rifugio è la mia umanità"

Sincero, schietto e interessante. Questo è Red Ronnie, giornalista, critico musicale, conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano, che ci ha raccontato il suo rapporto con il denaro e con gli investimenti. Dalla chitarra iconica di Jimi Hendrix alla voglia di investire sul suo lavoro, abbiamo dialogato con lui sulle opportunità legate agli investimenti e sulla sua posizione relativa allo shopping, virtuale e territoriale e ci ha regalato spunti interessanti a partire dalla sua visione del mondo economico, demitizzando il concetto di economia e di investimento come viene inteso da gran parte delle persone nell'attuale società globalizzata.

Red Ronnie, lei è appassionato di Borsa e temi finanziari?

"Non mi interessa niente di borsa e azioni, non mi è mai interessato."

Come se la cava le materie economiche?

"Ho un pregresso di 12 anni durante i quali ho lavorato in banca, ho un know-how che mi permetterebbe di affrontare queste cose ma non ho mai investito."

Che rapporto ha con il denaro? Le piace seguire i suoi affari o si affida a qualcun altro?

"Sono uno che agisce d’istinto. Quando lavori per 12 anni in banca, e soprattutto sei alla cassa e maneggi i soldi tutti i giorni, finisci per non dargli importanza. Li hai sempre in mano. A quel tempo non c’erano nemmeno i furgoni di sicurezza per il trasporto del contante e sotto Natale, quando c’era la tredicesima, andavo con la mia Fiat 500 alla sede del Credito romagnolo, mi davano dei pacchi, una volta anche 150 milioni in contanti, che negli alla metà degli anni Settanta era come avere un milione e mezzo. Buttavo il pacco dei soldi nel sedile della mia 500 e andavo. Per me sono sempre stati carta e lavorando in banca vedevo che le persone più assatanate erano quelle meno felici."

Secondo lei il denaro è sinonimo di successo?

"Il successo oggi sono i numeri. Da un lato quanto denaro hai, che è uno stile molto americano, oppure "like" e visualizzazioni. Penso che il successo, però, sia tutta un’altra cosa."

Le capita mai di pensare “se avessi più soldi…”?

"Certo, è normale. Però “se avessi più soldi farei…” non è mai acquistare beni che non mi servono per il mio lavoro. I miei sogni riguardano soltanto il mio lavoro, poter fare i programmi, comprare telecamere migliori… Il soldo per è un investimento, sono la persona che fa girare i soldi. Accumulare non mi è mai interessato."

Si ricorda cosa ha acquistato con i soldi del primo lavoro significativo?

"Ho acquistato una moto BSA 650, mi piaceva, e poi la prima Fiat 500 con lo stipendio della banca. Quando ho iniziato con Bandiera gialla, la prima cosa che ho fatto, che per me è stato choccante, è stato rinunciare a un assegno di 80 milioni per fare pubblicità a un alcolico mentre facevo le interviste. Venivo da uno stipendio di 1 milione è stato forte. Da lì ho capito che non avrei mai dato priorità al denaro."

Red Ronnie Jimi Hendrix
Red Ronnie da Christie's a Londra il 24 giugno 2013

Ha fatto investimenti in passato che non rifarebbe?

"Probabilmente qualche automobile. Ho comprato Ferrari, però non puoi mai tornare indietro e in quel momento ti sembra la cosa migliore da fare. Se avessi avuto un po’ più di soldi avrei tenuto la chitarra di Jimi Hendrix che ho comprato all’asta a Londra."

Un investimento importante.

"È stato il record di acquisto per uno strumento musicale, 195 mila sterline nel 1992 ed erano una cifra enorme. Era la chitarra che Jimi Hendrix aveva suonato a Woodstock."

È stato questo il suo investimento più azzeccato?

"Quella chitarra aveva una valutazione bassissima, fai 25 mila sterline. È stata venduta a 195 mila sterline. Se avessi avuto la forza di tenerla, oggi quella chitarra, se andasse all’asta, potrebbe essere venduta anche a 100 milioni di dollari. A me la comprò Paul Allen, perché voleva fare un museo su Jimi Hendrix a Seattle."

Dove le piacerebbe investire in futuro o dove secondo lei ha più senso investire oggi?

"Io non penso a quanto guadagno in ogni cosa che faccio. Ti faccio un esempio, nel mondo del lavoro tu parti da un’idea, poi devi trovare i fondi e a quel punto la realizzi. Ecco, io ragiono in maniera opposta. D’istinto so che devo fare una cosa, poi i soldi si vedrà come fare. Seguo l’istinto, i soldi sono una grande trappola. Sono pezzi di carta che vengono strappati."

Se avesse una cifra qualunque, dove la investirebbe?

"In una macchina nuova, perché la mia è antica. E probabilmente forse in una casa, perché sono in affitto. Oltre a qualche strumento di lavoro."

Si fida delle cripto valute? Investirebbe o ha investito in Bitcoin o prodotti simili?

"Ho un amico che mi consigliò nel 2011 di acquistare Bitcoin. Costavano 10 dollari l’uno e non l’ho fatto. Ma non mi sono pentito. Quando uscii dalla banca, che mi diedero 7 milioni di liquidazione, più i primi guadagni della tv, un mio amico mi disse: “Dalli a me”. Mi fidavo e l’ho fatto. Dopo sei mesi mi dà il 20% in più di quanto gli avevo dato. Gli ho detto: “Ok, dammi tutto. Esco, perché è irreale”. Di fatti poi ci fu lo scandalo."

Ama fare shopping? Preferisce i negozi fisici o comprare on line?

"Amo i negozi fisici, non amo quelli online perché stanno distruggendo tutta l’economia. Preferisco comprare il disco nel negozio. Compro online solo gli hard disk, perché i grandi produttori hanno dato tutto online. E poi, uno degli scopi della pandemia era quello di abituarci a servirci online, paradossalmente i negozi di dischi li avevano chiusi ma potevo comprarli online. Non potevo andare al ristorante ma potevo ordinare il cibo online. Questa è stata una grande deriva organizzata."

Ha un suo “bene-rifugio”?

"La mia umanità, il mio cuore, le interviste che faccio, il bene che do agli altri. Questo è il bene rifugio più grande. Noi rimarremo non per quello che abbiamo avuto ma per quello che abbiamo dato. Oggi nessuno si ricorda più dei ricchi ma si ricordano di poveri che sono stati sepolti in fosse comuni, come Mozart, Van Gogh che è morto poverissimo.

Tutti i più grandi che oggi veneriamo non avevano soldi."

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