
La Cina, a poche ore di distanza dall'accusa a Nvidia di violare le regole antitrust, ieri ha deciso di troncare ogni possibilità di dialogo.
L'autorità di regolamentazione cinese di internet ha infatti intimato alle più grandi aziende tecnologiche del Dragone di interrompere subito l'acquisto di chip dal gigante americano e di rescindere i patti esistenti. L'obiettivo di Pechino non si limita a tagliare fuori gli Stati Uniti dal suo mercato tecnologico, ma di intensificare gli sforzi per potenziare l'industria cinese di semiconduttori, così da poter competere con gli States nella corsa all'intelligenza artificiale.
Gli effetti di questa decisione sono stati da subito evidenti sul mercato di Hong Kong: ieri le azioni di Alibaba sono salite del 4,8% a 160 dollari di Hong Kong (17,4 euro), raggiungendo il livello più alto da novembre 2021. A spingere ulteriormente al rialzo il titolo, sono state le speculazioni sul ritorno del fondatore Jack Ma, dopo essere scomparso dalla scena pubblica durante la repressione antitrust cinese sui giganti di Internet all'inizio del 2020, segnale che Pechino sta allentando la presa.
L'attenzione è ora concentrata sulla
capacità di Alibaba e delle altre società internet cinesi di affrancarsi dalla dipendenza dai chip statunitensi. Ma recenti rapporti hanno mostrato che l'azienda è già da tempo alla ricerca di alternative costruite localmente