
“Il mio migliore amico”: così lord Peter Mandelson, ambasciatore britannico negli Stati Uniti, definiva Jeffrey Epstein. Si profila l’ennesimo scandalo per il governo britannico guidato da Keir Starmer, reduce dal rimpasto legato alle dimissioni dell’ex vicepremier Angela Rayner. Scelto personalmente dal leader laburista, Mandelson rientra tra coloro che hanno scritto un messaggio di auguri nell’album per i cinquant’anni del finanziere pedofilo.
Come riporta la Bbc, Mandelson definisce Epstein suo "miglior amico" e "uomo intelligente e acuto" che si è "paracadutato" nella sua vita. Il portavoce dell'ambasciatore – in passato eminenza grigia del New Labour di Tony Blair - non ha negato l'esistenza del messaggio ma ha tenuto a precisare che "Lord Mandelson ha da tempo chiarito di rimpiangere profondamente di essere stato presentato a Epstein".
Quella tra Mandelson ed Epstein non fu una semplice conoscenza. Lo testimonia quel messaggio di auguri ma anche il fatto che il diplomatico venne ospitato nella lussuosa dimora newyorchese quando il miliardario morto suicida era già in carcere. E, ancora, come riporta il Telegraph, Epstein ha mediato un accordo da un miliardo di sterline proprio insieme a Mandelson. L’ambasciatore di Sua Maestà, all’epoca ministro delle Attività produttive, ha negoziato la vendita di un’attività bancaria britannica di proprietà dei contribuenti – la Sempra Commodities – con il contributo del finanziere. E attenzione: all’epoca Epstein era già stato condannato per reati sessuali su minori.
Travolto dalle polemiche, Mandelson ha fatto un nuovo e plateale mea culpa. Intervistato dal Sun, ha affermato di provare un "enorme rimorso" per i rapporti con Epstein, definito un "carismatico bugiardo criminale". Ammettendo di aver portato avanti i suoi rapporti con Epstein "per molto più tempo di quanto avrei dovuto", l’ambasciatore britannico s’è detto "turbato per essere stato ingannato" dall’ex migliore amico.
Questo non è bastato a placare i conservatori, che hanno chiesto l’apertura di una inchiesta. “Non può restare al suo posto” il j’accuse della leader Kemi Badenoch durante il Question Time alla Camera dei Comuni.
Starmer ha difeso il suo diplomatico, sottolineando di aver fiducia in lui e soprattutto il suo ruolo nella gestione dei rapporti con l'amministrazione Trump. Ma il primo ministro sa benissimo che la pressione aumenterà esponenzialmente nei prossimi giorni, soprattutto in casi di nuove clamorose rivelazioni.