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Caos su Epstein, tolti (pochi) omissis

Il dipartimento di Giustizia Usa, nel mirino, ci ripensa. Restano mancanze su Trump

Caos su Epstein, tolti (pochi) omissis
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Non si placano le polemiche sulla pubblicazione degli «Epstein file» da parte dell’amministrazione di Donald Trump, in particolare dopo che almeno 16 documenti sono scomparsi dalla pagina web relativa alle carte sull’ex finanziere pedofilo del dipartimento di Giustizia Usa. Documenti (poi ricomparsi) tra i quali c’era pure, come riporta Associated Press, una fotografia che ritrae l’attuale presidente degli Stati Uniti, svanita nel nulla meno di un giorno dopo la divulgazione. I file mancanti, disponibili venerdì e non più accessibili da sabato, includevano immagini di dipinti raffiguranti donne nude, e una che mostrava una serie di fotografie su una credenza e in dei cassetti. In quello scatto, tra le altre foto, ce n’era una del tycoon accanto a Jeffrey Epstein, Melania Trump e la complice ed ex fidanzata del miliardario morto suicida nel 2019, Ghislaine Maxwell. Il dipartimento di Giustizia ha prima insistito nel dire che la decisione di censurare i documenti «serve semplicemente a proteggere le vittime» e non l’inquilino della Casa Bianca. «Stiamo seguendo un processo molto metodico, con centinaia di avvocati che esaminano ogni singolo documento e si assicurano che i nomi delle vittime e qualsiasi informazione che le riguardi siano protetti e oscurati, esattamente come previsto dalla legge sulla trasparenza», ha spiegato il vice procuratore generale Todd Blanche a Nbc, difendendo anche la rimozione dell’immagine che mostrava una foto di Trump: In quello scatto si vedono delle donne e dopo averla pubblicata abbiamo appreso che c’era preoccupazione per loro, quindi l’abbiamo tolto». Poco dopo, il dicastero ha ripubblicato 119 pagine sul caso del 2021 contro Maxwell a New York per traffico sessuale, affermando che ora presentano censure minime.

La temporanea sparizione ha alimentato online le teorie del complotto che da tempo circolano su Epstein e le potenti figure che lo frequentavano. I democratici della commissione di Vigilanza della Camera hanno commentato l’immagine mancante che raffigurava una foto di Trump, scrivendo: «Cos’altro viene insabbiato? Abbiamo bisogno di trasparenza per il pubblico americano». Mentre il dem Dick Durbin, membro di spicco della commissione Giustizia del Senato, ha promesso di indagare sulla divulgazione dei file parlando di «una violazione della legge». «Ieri avrebbe potuto essere una vittoria per le vittime e per la trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica - ha sottolineato - . Non lo è stata. Dopo aver gestito in modo inadeguato i documenti di Epstein per tutto l’anno, l’amministrazione Trump sta ora violando la legge federale per proteggere i ricchi e i potenti». «Ci è voluto un atto del Congresso per costringere Pam Bondi, Kash Patel e Dan Bongino a prendere in considerazione l’idea di rendere giustizia. Avevano una scelta: le vittime o Trump. Hanno scelto quest’ultimo », ha aggiunto parlando rispettivamente della ministra della Giustizia e dei vertici dell’Fbi. E anche il leader dell’Asinello alla Camera, Hakeem Jeffries, si è unito al coro di voci secondo cui la pubblicazione «non rispetta quanto previsto dalla legge».

Nonostante la scadenza fissata a venerdì dalla misura approvata dal Congresso e firmata da Trump, il governo ha divulgato solo una piccola parte dei potenziali milioni di pagine in loro possesso, e molti sono stati censurati o mancano di contesto.

Tra le nuove informazioni emerse ci sono pure una denuncia inedita contro Epstein del 1996 per pedopornografia che l’Fbi non ha preso in considerazione, e dettagli sulla decisione del dipartimento di Giustizia di abbandonare un’indagine sul finanziere negli anni 2000, che gli ha permesso di dichiararsi colpevole di quell’accusa a livello statale.

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