
Bezalel Smotrich non voterà a favore dell’accordo su Gaza sulla base del piano di pace in 20 punti proposto da Donald Trump. Il ministro delle Finanze di Tel Aviv, leader dell’ultradestra israeliana, si è schierato contro l’intesa con parole piuttosto nette: "C'è grande paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader del terrore, che farà di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico, Dio non voglia. Solo per questo motivo, non possiamo unirci a festeggiamenti miopi o votare a favore dell'accordo". Una posizione tranchant, destinata a riaccendere il dibattito su una delle figure più discusse della politica israeliana.
Chi è Bezalel Smotrich
Noto per le posizioni nazional‑religiose e per il ruolo di leader del Partito Sionista Religioso, Smotrich attualmente ricopre la carica di ministro delle Finanze del governo guidato da Netanyahu. Il suo profilo politico combina istanze religiose conservative con obiettivi territoriali. In passato Smotrich si è espresso ripetutamente contro i matrimoni misti e contro la convivenza di partorienti ebree e palestinesi negli stessi reparti ospedalieri e ha anche proposto norme che prevedono reparti separati. E ancora, ha sostenuto politiche demografiche attive e parla pubblicamente del proprio nucleo familiare come elemento coerente con le sue scelte politiche.
Nel corso della sua carriera Smotrich ha assunto posizioni dure sul fronte della sicurezza e delle relazioni con i palestinesi. Ha partecipato a iniziative e manifestazioni di protesta, talvolta provocatorie, e in passato è stato coinvolto in azioni contro il ritiro dei coloni da Gaza del 2005. Sulla Striscia e sulla gestione del conflitto con Hamas ha formulato proposte molto critiche verso gli interventi umanitari internazionali e ha supportato un ruolo più diretto dello Stato ebraico nella distribuzione degli aiuti. “Non si può combattere Hamas e nutrirlo allo stesso tempo” il suo mantra.
La sua visione territoriale include l’annessione di parti della Cisgiordania — che utilizza terminologie come Giudea e Samaria — e una concezione dello Stato fortemente influenzata dal testo religioso: in più occasioni ha espresso la necessità di avviare trasformazioni istituzionali per avvicinare il sistema giuridico israeliano
alla legge religiosa. In alcuni suoi interventi retorici ha inoltre richiamato immagini storiche e religiose di conflitto, fino a usare espressioni forti come l’invito a schiacciare i nemici “fino alla totale distruzione”.