Chi è Zohran Mamdani, il nuovo sindaco socialista di New York

Mamdani, 34 anni, è il nuovo sindaco di New York: primo musulmano e socialista democratico alla guida della città. Promette una New York più equa con affitti congelati e servizi pubblici potenziati

Zohran Mamdani durante un comizio
Zohran Mamdani durante un comizio
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Zohran Mamdani è ufficialmente il nuovo sindaco di New York. A trentaquattro, il giovane politico di origini ugandesi è diventato il volto di una trasformazione storica per la città più complessa e simbolica d’America. Criticato durante tutta la corsa elettorale per la sua scarsa esperienza, Mamdani dovrà ora iniziare a formare il personale della sua amministrazione prima di entrare in carica l'anno prossimo al fine di realizzare l'ambizioso ma controverso programma che lo ha portato a vincere.

La sua vittoria segna una cesura netta con l’establishment democratico e con la tradizione moderata che ha dominato la politica municipale per decenni. È la prima volta che un musulmano e un esponente dichiarato del socialismo democratico conquista la guida della metropoli, aprendo un capitolo inedito nella storia politica statunitense. Nel suo discorso di vittoria si è rivolto a "ogni newyorkese", indipendentemente da chi abbia votato, così come a coloro "che considerano la politica odierna troppo crudele perché la fiamma della speranza possa ancora ardere". "New York, abbiamo risposto a queste paure. Stasera abbiamo parlato con voce chiara", ha detto Mamdani.

Da Kampala ad Astoria

Nato a Kampala nel 1991 da una famiglia di intellettuali in fuga dall’Uganda di Idi Amin, Mamdani è cresciuto tra Sudafrica e New York, dove la sua famiglia si è stabilita quando lui era bambino. Formatosi alla Bronx High School of Science e poi al Bowdoin College, dove ha studiato African Studies, ha portato nella politica americana una prospettiva internazionale e profondamente legata alle esperienze migratorie.

Eletto per la prima volta nel 2021 all’Assemblea dello Stato di New York come rappresentante di Astoria, nel Queens, si è rapidamente imposto come una delle figure più carismatiche e radicalmente progressiste della nuova generazione democratica. Sfida e sconfigge una rappresentante democratica in carica da anni, Aravella Simotas, simbolo di un establishment locale considerato distante dalle necessità reali dei cittadini.

Lontana dai riflettori ma centrale nella campagna elettorale, Rama Duwaji, 28 anni, è considerata la vera artefice del successo inatteso del marito. Prima di diventare il volto silenzioso della campagna di Mamdani, era conosciuta infatti soprattutto per le sue illustrazioni e le animazioni che raccontano il Medio Oriente. Nata in Texas da genitori siriani e cresciuta a Dubai, ha studiato arte tra il Qatar e gli Stati Uniti, laureandosi alla School of Visual Arts di New York. Proprio nella Grande Mela, nel 2021, ha conosciuto Mamdani tramite l’app Hinge. Da quel momento, Duwaji è diventata la mente creativa della campagna del marito. Ha scelto i colori — il giallo-arancio della MetroCard, il blu dei Mets e il rosso dei pompieri —, curato l’immagine visiva e rafforzato la sua presenza sui social.

Il mandato all’Assemblea dello Stato di New York

Durante il mandato si è distinto per l’impegno in tre ambiti centrali: la difesa del diritto alla casa, la giustizia ambientale e la tutela dei lavoratori. Si batte contro la costruzione di una centrale a gas ad Astoria, considerata dannosa per l’ambiente e la salute dei residenti, e accoglie con soddisfazione la decisione delle autorità statali di bloccare il progetto. Diventa poi uno dei volti più visibili della mobilitazione a favore dei tassisti indebitati a causa delle licenze medallion: partecipa a uno sciopero della fame di quindici giorni davanti al municipio, contribuendo a ottenere un accordo che prevede centinaia di milioni di dollari in aiuti per la categoria.

Questi episodi consolidano la sua immagine di politico militante, capace di unire idealismo e pragmatismo sociale. Mamdani inizia a essere considerato una figura emergente della sinistra americana, in linea con l’ala progressista che fa riferimento a personalità come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders.

Le sfide che attendono Mamdani

La sua campagna per il municipio è stata costruita intorno a un messaggio chiaro: rendere New York una città vivibile per tutti. Mamdani ha promesso di congelare gli affitti per le abitazioni stabilizzate, introdurre autobus gratuiti, istituire supermercati municipali a prezzi calmierati e finanziare i servizi pubblici attraverso un aumento delle tasse per i redditi più alti. Le sue proposte, che solo pochi anni fa sarebbero sembrate utopiche, hanno trovato una base elettorale ampia e trasversale, soprattutto tra i giovani, i lavoratori e le comunità di immigrati.

Non mancano però le sfide. Mamdani eredita una città segnata da forti disuguaglianze, un costo della vita tra i più alti al mondo e un sistema infrastrutturale in difficoltà. Dovrà dimostrare di saper conciliare le ambizioni del suo programma con la complessità dell’amministrazione municipale e la pressione delle grandi realtà economiche. Non è chiaro come Mamdani finanzierà tali iniziative, data la ferma opposizione della governatrice Kathy Hochul alle sue richieste di aumentare le tasse per i ricchi. Anche le sue decisioni sulla leadership del dipartimento di Polizia di New York saranno lette al microscopio.

Mamdani è stato un feroce critico del dipartimento nel cinque anni fa, definendolo "razzista, anti-queer e una grave minaccia per la sicurezza pubblica". Da allora si è scusato per quei commenti e ha affermato che chiederà all'attuale commissario dell'Nypd di restare comunque in carica.

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