Politica estera

Così l'Fbi salvò Elisabetta: "L'Ira voleva uccidere la Regina"

l dossier desecretato: la soffiata di un poliziotto e il piano dei separatisti per colpire lo yacht reale

Così l'Fbi salvò Elisabetta: "L'Ira voleva uccidere la Regina"

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New York. La regina Elisabetta d'Inghilterra nel mirino dei separatisti irlandesi. È quanto rivela l'Fbi in alcuni file divulgati solo oggi ma che parlano di un pericolo per la sovrana inglese scomparsa l'anno scorso risalente a oltre quarant'anni fa, in occasione di una sua visita negli Stati Uniti. Nel rapporto di 102 pagine del Bureau sono contenuti i protocolli messi in atto per i vari viaggi di Elisabetta II negli Usa, da cui si evince che gli agenti si sono costantemente preparati a potenziali minacce da parte dei simpatizzanti dell'esercito repubblicano irlandese. In particolare come riportano i media americani, che hanno ottenuto i documenti in base al Freedom of Information Act, prima della visita della regina a San Francisco nel 1983, un poliziotto che frequentava regolarmente un pub irlandese avvertì gli agenti federali di una potenziale minaccia contro Elisabetta II da parte di un simpatizzante dell'Ira che era deciso a vendicarsi per la morte di sua figlia, appena nata. Il file in oggetto parla di una soffiata raccolta circa un mese prima del suo arrivo insieme al duca di Edimburgo dalla polizia della città californiana, riguardante la telefonata di «un uomo che affermava che sua figlia era stata uccisa in Irlanda del Nord da un proiettile di gomma». «Questo individuo ha inoltre affermato che avrebbe tentato di colpire la regina e lo avrebbe fatto facendo cadere qualche oggetto dal Golden Gate Bridge mentre il Royal Yacht Britannia vi passava sotto, oppure avrebbe tentato di ucciderla durante la tappa al parco nazionale di Yosemite». «È intenzione dei servizi segreti chiudere le passerelle sul Golden Gate Bridge quando lo yacht si avvicina», si legge ancora. Un altro episodio risale al 1989, prima della visita di Elisabetta II sulla costa orientale e in parti del sud degli Stati Uniti: un promemoria interno dell'Fbi osserva che, pur non essendo a conoscenza di pericoli specifici, «la possibilità di minacce contro la monarchia britannica è sempre presente da parte dell'Ira». «Boston e New York sono invitate a rimanere all'erta per qualsiasi minaccia contro la regina da parte dei membri dell'Ira e lo stesso a Louisville», si precisa nel promemoria. Mentre un file del 1991 in preparazione del viaggio di stato della sovrana delinea la preoccupazione per i gruppi irlandesi che organizzavano proteste in diversi degli impegni in agenda, tra cui una partita di baseball a cui avrebbe dovuto partecipare e un evento alla Casa Bianca. Il memo cita informazioni diffuse da un giornale irlandese di Filadelfia intitolato Irish Edition e spiega come «nell'articolo si affermi che i sentimenti anti-britannici sono in aumento a causa delle ingiustizie inflitte ai Sei di Birmingham dal sistema giudiziario inglese corrotto e dalla recente ondata di brutali omicidi di nazionalisti irlandesi disarmati da parte di squadroni della morte lealisti».

Le preoccupazioni dell'agenzia sulle potenziali violenze contro i membri della famiglia reale non erano infondate: nel 1979, infatti, il cugino di secondo grado di Elisabetta, Lord «Dickie» Mountbatten, fu ucciso in un attentato dell'Ira in Irlanda con una bomba piazzata sul suo peschereccio.

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