
Il National Mall come un piccolo Monte Rushmore. Almeno nelle intenzioni, sembra essere questa la suggestione offerta a turisti e abitanti di Washington D.C. che in questi giorni, passeggiando lungo lo scenografico viale soprannominato il “cortile anteriore d’America", incappano in una gigantografia di Donald Trump appesa alla facciata dell’edificio in stile neoclassico dell’Usda, il dipartimento dell’Agricoltura, affiancata, a poca distanza, da quella di Abraham Lincoln, il presidente che negli anni Sessanta dell’Ottocento abolì la schiavitù e guidò il Paese negli anni bui della guerra civile.
Tale visione, però, pare non abbia fatto venire in mente a molti commentatori e gente comune il poetico paragone con la località nel South Dakota dove sono scolpiti i volti di quattro storici predecessori del tycoon. La gigantesca foto del 47esimo leader statunitense, esposta per celebrare il 163esimo compleanno dell’Usda, ha infatti sollevato polemiche negli States richiamando immagini di dittature vicine e lontane nel tempo – dalla Corea del Nord alla Germania nazista – o anche solo immortalate da serie televisive distopiche come The Man in the High Castle.
Noncurante delle contestazioni, Seth W. Christensen, il direttore delle comunicazioni del dipartimento dell’Agricoltura, ha fatto sapere che la gigantografia rimarrà al suo posto “per i prossimi mesi”. “L’Usda ha molto da ricordare”, ha scritto Christensen in una mail facendo riferimento al Memorial Day, al Flag Day e alle celebrazioni per il 4 luglio e aggiungendo che “gli striscioni sulla facciata dell’edificio celebrano questi momenti della storia americana e riconoscono la visione e la leadership del fondatore dell’Usda, Abraham Lincoln, e del migliore difensore degli agricoltori e degli allevatori americani, il presidente Trump”.
Il Washington Post, che ha riportato la notizia ed è stato travolto dai messaggi dei suoi lettori in gran parte critici dell’iniziativa, ricorda che il lungo viale che si estende dal Campidoglio al Washington Monument attrae oltre 25 milioni di visitatori all’anno, più dei parchi nazionali di Yellowstone, Yosemite e Gran Canyon messi assieme. Il National Mall ha poi un posto speciale nel cuore degli americani essendo associato ad eventi sociali e politici che hanno segnato la storia degli Usa. Lisa Benton-Short, professoressa di geografia alla George Washington University, afferma che il Mall "rappresenta la nostra storia e i nostri ideali fondanti” e “anche qualcosa di inizialmente innocuo come appendere uno striscione con il volto del presidente ha acquisito importanza e simbolismo grazie al significato di quello spazio”.
Lo stesso ritratto del tycoon compare, peraltro, a due miglia dall’Usda, sulla facciata di un altro edificio, sede del centro studi conservatore Heritage Foundation che ha voluto così celebrare i primi 100 giorni dell’amministrazione repubblicana. Sullo striscione, sotto il celebre slogan del capo della Casa Bianca - “l'America è tornata” - vengono enunciati una serie di risultati politici, o presunti tali, promossi da The Donald.
Intanto, non si placano le polemiche per l’organizzazione di una parata militare, evento piuttosto raro negli Stati Uniti, che si svolgerà nella capitale americana il 14 giugno in occasione del 250esimo anniversario dell’esercito Usa e che, coincidenza, avrà luogo proprio il giorno del compleanno del presidente Trump. Gli organizzatori della parata hanno reso noto che sfileranno 150 veicoli, tra i quali 28 carri armati M1 Abrams, e una cinquantina di aerei da guerra. Attesi oltre 6700 soldati.
Al termine della parata, il cui costo è stimato attorno ai 45 milioni di dollari, una squadra di paracadutisti atterrerà alla Casa Bianca e consegnerà a Trump una bandiera americana. A seguire è previsto il giuramento di 250 nuove reclute alla presenza o, verrebbe da dire, al cospetto del commander in chief.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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