
Un giudice federale di Miami ha stabilito che il controverso centro di detenzione per migranti, noto come Alligator Alcatraz, dovrà essere chiuso entro 60 giorni. La decisione, presa dalla giudice distrettuale Kathleen Williams, vieta inoltre l’ingresso di nuovi detenuti nella struttura durante il processo di smantellamento. La sentenza si basa su una sospensione precedente, emessa due settimane fa, che aveva bloccato l’ulteriore costruzione del campo.
La giudice Williams ha concluso, in un’ordinanza di 82 pagine, che l’impianto sta causando danni gravi e irreparabili all’ecosistema delle Everglades, un’area protetta criticamente importante. Ha inoltre richiamato i piani originari degli anni ‘60 di costruire un grande aeroporto nella stessa zona, successivamente abortiti proprio per il rischio ambientale. “Numerosi governatori della Florida, senatori, figure politiche e persino presidenti hanno espresso il loro sostegno alla tutela delle Everglades”, ha sottolineato la giudice, aggiungendo che l’ordine “fa semplicemente rispettare le leggi pensate per mantenere queste promesse storiche di protezione". In particolare, la struttura, costruita in fretta su un’area protetta, utilizzava generatori, recinzioni temporanee, luci ad alto impatto e un sistema fognario rudimentale che hanno alterato l’habitat del puma della Florida e di specie protette come l’ibis e lo storno delle Everglades.
La decisione ha confermato il blocco degli ingressi di nuovi detenuti (circa 700 al momento della decisione) e stabilito che tutte le infrastrutture temporanee – recinzioni, generatori, luci e attrezzature per i rifiuti – dovranno essere rimosse una volta che la popolazione carceraria sarà diminuita a un livello gestibile. Il provvedimento è frutto di una causa intentata da gruppi ambientalisti e dalla tribù Miccosukee, che avevano denunciato la violazione del National Environmental Policy Act. Secondo questi, il centro è sorto senza valutazioni ambientali né consultazioni pubbliche, minacciando ecosistemi delicati e rituali collettivi indigeni.
In risposta, il governo della Florida ha già presentato ricorso.
Il governatore Ron DeSantis ha definito la decisione un'eccessiva interferenza giudiziaria e ha assicurato che "non fermerà la determinazione dello Stato a sostenere la politica di rimpatri del governo federale".