Qatar 2022

"Morte a Khamenei”: l’insulto dei tifosi durante la partita. E i giocatori non cantano l’inno

I giocatori hanno deciso di non cantare l'inno e dalle tribune dello stadio di Doha sono piovuti fischi

"Morte a Khamenei”: l’insulto dei tifosi durante la partita. E i giocatori non cantano l’inno

Quando le due formazioni sono entrate in campo, all'interno del Khalifa International Stadium di Doha, il primo pensiero è andato al comportamento dei giocatori dell'Iran. Dopo le dichiarazioni alla vigilia del capitano della nazionale iraniana, Ehsan Hajsafi, il quale ha ammesso una situazione di difficoltà nel suo Paese, da più parti ci si è chiesto se i giocatori avessero o meno cantato l'inno nazionale.

L'inno non è stato cantato e la tribuna si è spaccata. Alcuni tifosi iraniani hanno fischiato i giocatori, in segno di disapprovazione. Altri invece hanno urlato slogan contro i vertici della Repubblica Islamica.

Bocche cucite durante l'esecuzione degli inni nazionali

L'esordio dell'Iran nel girone B di Qatar 2022 era con l'Inghilterra. Una sfida già di suo politicamente molto significativa. Terminata l'esecuzione dell'inno inglese, storica perché per la prima volta è stato intonato a un mondiale “God Save The King”, lo speaker dello stadio di Doha ha annunciato quella dell'inno iraniano.

Una volta partite le note, i calciatori hanno tenuto la bocca chiusa. Nessuno ha cantato, nessuno ha fatto un pur minimo cenno a una delle strofe del testo. La prima curiosità della partita, la quale sportivamente in seguito non ha avuto molto da dire con il netto successo dell'Inghilterra, ha prodotto una notizia non secondaria.

Non cantare l'inno nazionale ha dato modo alla squadra di prendere una decisa posizione. I giocatori si sono schierati con chi da più di due mesi è in piazza nelle principali città iraniane per protestare contro il governo.

Proteste sorte all'indomani della morte di Mahsa Amini, la ragazza iraniana di origine curda deceduta all'interno di una stazione di Polizia di Teheran. Secondo le autorità locali, la morte è da ricollegare a cause naturali, ma non sono mai stati dello stesso avviso i manifestanti. I quali, al di là della richiesta della verità per accertare i veri motivi del decesso, hanno protestato anche per i motivi che hanno portato all'arresto. Mahsa Amini infatti era stata fermata per non aver indossato correttamente il velo.

L'Iran è in fiamme da oramai molte settimane. Gli scontri sono dilagati soprattutto nelle aree delle minoranze etniche, in quelle curde, azere e baluci. Teheran sospetta il coinvolgimento di attori stranieri e parla di ingerenze dei nemici storici della Repubblica islamica.

I fischi e le urla durante l'inno

Tornando a quanto accaduto all'interno dello stadio, durante l'esecuzione dell'inno oltre al silenzio dei giocatori iraniani a fare notizia sono stati anche i fischi piovuti dalle tribune. In un primo momento, non si è capito se i fischi fossero rivolti all'inno oppure ai giocatori. Se cioè il pubblico avesse preso posizione con o contro i calciatori della nazionale iraniana.

Per la verità, è molto difficile da decifrare. L'Iran è molto vicino al Qatar e dunque dal Paese sono potuti entrare migliaia di tifosi, sia sostenitori che detrattori dell'attuale governo. Non a caso prima della partita nelle gradinate sono stati notati iraniani con la bandiera della Repubblica islamica e iraniani con cartelli inneggiati ai manifestanti. Tra questi anche striscioni a favore della libertà delle donne.

Possibile quindi che il pubblico iraniano presente a Doha si sia diviso. C'è stato chi ha fischiato contro l'atteggiamento dei giocatori e chi invece contro l'inno. Una divisione che forse è specchio della spaccatura attuale all'interno della società. A questo occorre aggiungere poi che altri tifosi invece hanno urlato espressamente contro la Repubblica Islamica. "Morte a Khamenei" sarebbe stato scandito da un gruppo presente nello stadio dove da lì a breve sarebbe andata in scena la partita.

A riferirlo è stata l'edizione in lingua farsi del network britannico Bbc.

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