«Combattere l'immigrazione illegale è una missione morale». Lo ha dichiarato la ministra britannica dell'Interno Shabana Mahmood che oggi illustrerà al Parlamento l'ennesima stretta sui migranti che in migliaia stanno raggiungendo il Paese per richiedere il permesso di asilo. Le nuove misure si propongono di rendere Il Regno Unito una destinazione meno attraente per chi scappa dalla sua terra d'origine, un luogo dove sia sempre più difficile ottenere la residenza definitiva. «So che in questo momento l'immigrazione illegale sta provocando grandi divisioni tra la gente - spiega la Mahmood - e ritengo sia necessario prendere dei provvedimenti se vogliamo conservare il consenso dell'opinione pubblica e allo stesso tempo un sistema di asilo che funzioni».
Attualmente lo status di rifugiato ha una durata di cinque anni, dopo i quali le persone possono richiedere di rimanere nel Paese a tempo indeterminato. Le nuove misure prevedono che la durata dello status passi da cinque a vent'anni e debba venir rivisto ogni due anni e mezzo.
Il ministro ha spiegato che i richiedenti asilo che utilizzano vie legali e sicure per entrare nel Paese, trovano lavoro e sono disposti a dare il proprio contributo alla società, potranno richiedere prima la residenza permanente, anche se in merito non sono ancora stati forniti ulteriori dettagli. Anche il contributo abitativo e finanziario settimanale potrebbe diventare discrezionale e i benefit potrebbero venir tolti a tutti coloro che hanno il permesso di lavorare, ma poi non lo fanno.
Ai giornalisti che le hanno chiesto come mai intenda revocare il supporto economico ai richiedenti asilo, sebbene il Regno Unito sia già ora meno generoso di Paesi come Francia e Germania, Mahmood ha spiegato che le gang criminali vendono alle loro vittime il passaggio verso il Regno Unito promettendo che riceveranno accoglienza e cibo gratuito. «Sappiamo che dobbiamo affrontare questo sistema e smontarlo», ha detto il ministro, sottolineando come attualmente nessuno si aspetti che la percentuale dei richiedenti asilo che possono lavorare lo faccia e tanto meno che chi infrange la legge perda il diritto a venir ospitato. «Questo significa che alcuni migranti si trovano alla fine in una posizione migliore di molti cittadini britannici che abitano nelle case popolari», ha detto Mahmood.
Il piano assomiglia a quello già vigente in Danimarca, un Paese guidato da un governo di centrosinistra dove è in atto uno dei sistemi più duri d'Europa per combattere l'immigrazione clandestina. Ai rifugiati viene concesso un permesso di residenza temporaneo di due anni per il quale si deve nuovamente far richiesta ogni volta che scade. Proprio ultimamente il ministro per gli Esteri danese Lars Locke Rasmussen ha spiegato che simili misure vogliono essere anche un chiaro messaggio ai trafficanti di uomini in modo da indurli a portare le loro vittime altrove.
L'approccio aggressivo di Mahmood ha tuttavia già suscitato l'ostilità di una parte del suo stesso partito, che lo ritiene troppo estremo. «Alcune delle misure danesi ricordano delle proposte fatte dall'estrema destra», ha detto il deputato laburista Clive Lewis sottolineando il rischio che, per tutta risposta, gli elettori più a sinistra del partito possano finire per scegliere i Verdi.
Un ragionamento che Mahmood ha subito smontato.
«Io stessa sono figlia di migranti che sono arrivati legalmente qui alla fine degli anni Sessanta. L'immigrazione fa parte della mia esperienza come britannica come quella di migliaia miei connazionali. Quella illegale sta dividendo le nostre comunità e noi dobbiamo agire per contrastarla».