
Cinque anni fa, dopo il rocambolesco assalto a Capitol Hill, Donald Trump era stato seduta stante buttato fuori da Facebook e Instagram. Bannato o, se vogliamo essere onesti nell'uso delle parole, imbavagliato. Una censura come non se ne erano viste prima. Non era mai successo, nella Terra delle libertà, che venisse silenziato non tanto un ex presidente quanto addirittura un presidente ancora in carica. La stessa decisione l’avevano presa i vertici di Twitter.
Quando la notizia ci aveva raggiunto in Italia, avevamo creduto (scioccamente) che fosse stato toccato il punto più basso e che da lì si sarebbe solo potuto risalire la china. E invece, sotto l'amministrazione Biden, le restrizioni alla libertà di pensiero e di espressione si sono fatte sempre più asfissianti. La dottrina woke è stata innalzata a religione di Stato. Il politicamente corretto è diventato il metro con cui i liberal hanno dato sfogo alle epurazioni del pensiero conservatore dalla vita pubblica. E i programmi DEI, che propagandano diversità, equità e inclusione, hanno pervaso a tal punto istituzioni, università e luoghi di lavoro da diventare un lavaggio del cervello costante e pervasivo.
Oggi questo incubo sembra volgere al termine. Dopo aver preso sonore legnate sui conti, i colossi che avevano investito nel woke stanno repentinamente facendo marcia indietro abiurando la fede che avevano ciecamente abbracciato. Dopo cinque anni di caccia alle streghe e notizie nascoste, i social iniziano, forse, ad essere piattaforme un po' più libere: Elon Musk ha liberato Twitter mettendoci una bella "ics" sopra, mentre Mark Zuckerberg sembra essersi ravveduto tanto da aver deciso l'eliminazione dell'odioso fact-checking. E poi c'è The Donald. Il suo ritorno alla Casa Bianca fa sperare che, almeno politicamente, la religione woke e l'agenda DEI abbiano i giorni contati, che le minoranze non abbiano più il potere di schiacciare chiunque non la pensi come loro. In un lungo editoriale pubblicato sul Financial Times, Peter Thiel ha scritto che la rielezione di Trump non deve per forza tendere a una vendetta nei confronti dell'Ancien Régime: "La ricostruzione può andare di pari passo con la riconciliazione. Ma perché la riconciliazione abbia luogo, deve prima esserci la verità". E alla verità non si può arrivare se non attraverso la definitiva rimozione della tirannide woke.
A questo punto non resta che vedere cosa faranno le costosissime università americane, covo dell'intellighenzia radical chic occidentale.
Apriranno finalmente gli occhi e libereranno il sapere dal giogo del politicamente corretto? O continueranno nella folle crociata che sta rendendo le nuove generazioni sempre meno libere di pensare con la propria testa?
Personalmente l'ho sempre considerata il frutto di una cultura, quella americana di origine anglosassone, che non ha assolutamente nulla da condividere con la nostra. In altre parole, chi vuole essere "politicamente corretto" continui pure per la sua strada, che non è la mia.
Strategia komunista orchestrata da tempo
meno di poche, zero
Hai visto? Adesso sta diventando Trump l'idolo del Giornale, poco fa lo erano Biden e Zelenski. Ma guarda un po'........
Tutto nella vita dipende alle volte da un soffio, il fatto è che Trump ha rischiato la vita per arrivare alla sua vittoria strameritata.
A parte che che c'è da riflettere sul fatto del tentato attentato , fatto da un suo sostenitore .. trump doveva stare in galera da Capitol Hill , dove ricordo sono morte delle persone per colpa sua . Adesso sarete contenti che in un paese come il Texas anche la Bibbia non si potrà leggere ai bambini per contenuti sessualmente espliciti .. Robe da matti, ma se voi siete contenti ..