Prima si è cercato di dipingere il nuovo presidente argentino Javier Milei (foto) come un pazzo populista, poi come un estremista di destra, infine come un incompetente, ora anche gli avversari sono costretti ad ammettere i suoi primi importanti risultati. Dopo essere rientrato da un tour di successo in Israele e Italia che ha anche sancito la pace con Papa Francesco, dall'Argentina arriva la notizia che per la prima volta dopo dodici anni lo Stato sud americano ha raggiunto un surplus finanziario.
Ad annunciare l'avanzo di 518.408 milioni di pesos argentini (576 milioni di euro) è lo stesso Milei che ha dichiarato l'obiettivo deficit zero «non si negozia». Il dato è in netta controtendenza con il recente andamento dei conti pubblici argentini e nasce da un attivo primario di 2,01 miliardi di pesos depurato dall'1,49 miliardi di pesos di pagamento degli interessi sul debito pubblico. L'ultima volta che si era registrato un attivo di bilancio mensile era stato nell'agosto 2012 ma le politiche economiche di Milei con forti tagli alla spesa pubblica e un piano fiscale «shock», stanno portando i primi risultati rivendicati dalla presidenza che parla di una situazione di cui si beneficiano tutti gli argentini e «permette di mettere fine all'emissione, di cominciare a ridurre l'inflazione e tracciare il cammino per la riduzione delle tasse».
A onor del vero si tratta di una notizia che stupisce solo chi, a una visione oggettiva della politica estera, preferisce anteporre steccati ideologici senza rendersi conto né della situazione dell'Argentina negli ultimi anni né del profilo di Milei, uno degli economisti liberisti più noti e preparati del Sud America con una solida base di pensiero alle spalle. La rivoluzione liberale argentina è a tutti gli effetti iniziata e sta dando i primi frutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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