Il nome, lo sfratto e l'esilio. Andrea è un ex principe (ma salva la successione)

Il fratello di Carlo sarà conosciuto come Mountbatten Windsor. Cacciato dal Royal Lodge, vivrà nel Norfolk

 Il nome, lo sfratto e l'esilio. Andrea è un ex principe (ma salva la successione)
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Bye bye Principe Andrea, adesso sarà solo mister Mountbatten-Windsor. Dopo la clamorosa svolta decisa da Buckingham Palace, il fratello di re Carlo, tornato un semplice privato cittadino, dovrà rispondere come tutti di fronte alla giustizia. Lo ha sottolineato già ieri Chris Bryant, ministro degli affari britannico, spiegando che il figlio prediletto di Elisabetta dovrebbe rispondere agli inquirenti americani che si occupano del caso Epstein se gli venisse richiesto, essendo peraltro già stato cancellato dal registro pubblico dei pari e dei nobili. Una mossa quest'ultima che mette definitivamente la parola fine alla vita pubblica dell'ex principe per il quale da oggi inizia un'esistenza ben diversa da quella a cui era abituato. Andrea sarà costretto a lasciare il magnifico Royal Lodge di Windsor, la magione di 30 stanze dove viveva e per la quale non pagava l'affitto da due decadi, insieme all'ex moglie Sarah Ferguson, per trasferirsi in una dimora decisamente più austera e contenuta all'interno della tenuta di Sandringham, nel Norfolk, pagata dal re.

All'ex consorte Ferguson sarebbe concesso di usufruire

della stessa sistemazione, ma è improbabile che Fergie decida di seguire Andrea anche questa volta. Salve invece, le figlie della coppia, le Principesse Eugenia e Beatrice che potranno tenersi i titoli nobiliari con annessi e connessi. Andrea rimane all'ottavo posto nella linea di successione al trono e anche consigliere di stato, ma questo ruolo era già stato descritto come «non attivo» dato che il fratello di Carlo non era più un reale in servizio come il secondogenito del sovrano Harry. Per spiegare la sua dichiarazione il ministro Bryant ha detto di essere certo che «la maggioranza delle persone in questo Paese pensano che sia la cosa giusta da fare. In qualità di semplice privato cittadino, se ci fossero richieste da parte di un'altra giurisdizione, mi aspetterei che qualsiasi brava persona rispondesse a queste richieste. Praticamente sto dicendo che se la commissione del Senato degli Stati Uniti presentasse delle richieste ad Andrea, lui dovrebbe essere pronto a rispondere».

La clamorosa comunicazione diffusa da Buckingham Palace nella serata di giovedì ha messo fine a due settimane di difficili trattative familiari. Andrea aveva già dichiarato qualche giorno prima di voler rinunciare ai suoi titoli nobiliari e agli incarichi pubblici, ma questo non è bastato ad archiviare la questione. Anche perché, nel frattempo, i giornali hanno pubblicato altre rivelazioni legate all'amicizia tra il pedofilo Epstein e Andrea. Per esempio da una mail pubblicata dai tabloid è emerso che l'ex principe aveva mentito quando aveva detto di aver interrotto ogni contatto con Epstein nel dicembre del 2010. Il messaggio intercettato dai giornalisti

rivela che i rapporti erano invece continuati anche l'anno dopo. Non ha inoltre aiutato la pubblicazione di una fotografia che vede ritratti insieme Epstein, la sua complice attualmente in carcere Ghislaine Maxwell e il produttore cinematografico nonché molestatore sessuale Harvey Weinstein, proprio al Royal Lodge, in occasione dello sfarzoso party di compleanno per i 18 anni della Principessa Beatrice. A mettere ulteriormente in cattiva luce Andrea era stata la recente rivelazione delle richieste fatte ad agente di polizia di controllare il curriculum personale di Virginia Giuffre, la donna che l'ha accusato di molestie sessuali, morta suicida quest'anno. In un libro di memorie postumo la Giuffre aveva raccontato che Andrea pensava di poter avere relazioni sessuali con lei «per diritto di nascita». Queste ultime affermazioni hanno sicuramente influenzato la decisione del re che non ha neppure aspettato che fosse il Parlamento a privare Andrea dei suoi titoli, optando per la via più breve.

«Virginia non ha mai smesso di lottare perché emergessero le singole responsabilità - ha dichiarato alla BBC la famiglia della Giuffre - oggi una semplice ragazza americana ha sconfitto un principe inglese con la forza della verità e uno straordinario coraggio».

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