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La Nobel per la Pace Machado fugge dal Venezuela. Ma a ritirare il premio è la figlia

A Oslo il premio è stato ritirato dalla figlia di Maria Corina Machado. "Bisogna essere pronti a lottare per la libertà, la democrazia è essenziale per la pace"

La Nobel per la Pace Machado fugge dal Venezuela. Ma a ritirare il premio è la figlia
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Non usa mezzi termini Maria Corina Machado, vincitrice del Premio Nobel per la Pace di quest'anno. La leader dell'opposizione venezuelana condanna il "terrorismo di Stato" del governo di Maduro. Lo fa attraverso un discorso pronunciato dalla figlia, Ana Corina Sosa Machado, che ha ritirato il premio a Oslo per conto della madre.

Machado denuncia le violenze del regime: 2.500 persone sono state "rapite, fatte sparire e torturate. Si tratta di crimini contro l'umanità, documentati dalle Nazioni Unite. Terrorismo di Stato, messo in atto per seppellire la volontà del popolo".

"Otteniamo la libertà solo quando rifiutiamo di voltare le spalle a noi stessi - ha proseguito Machado - quando affrontiamo direttamente la verità, per quanto dolorosa; quando l'amore per ciò che conta veramente nella vita ci dà la forza di perseverare e di prevalere". Ha aggiunto poi che la pace è in definitiva un atto d'amore. Questo amore ha già messo in moto il nostro futuro. Il Venezuela tornerà a respirare", ha detto ancora, "apriremo le porte delle prigioni e vedremo migliaia di persone ingiustamente detenute uscire alla luce del sole, finalmente abbracciate da coloro che non hanno mai smesso di lottare per loro".

Il viaggio segreto di Machado

Il premio Nobel ha lasciato il Venezuela martedì, un giorno prima della cerimonia di consegna del premio, raggiungendo in barca l'isola caraibica di Curaçao. La notizia è stata riportata in esclusiva dal Wall Street Journal citando alcune fonti Usa. Per ovvie ragioni è stato un viaggio segreto per proteggere la sua sicurezza. "So che ci sono centinaia di venezuelani provenienti da diverse parti del mondo che sono riusciti a raggiungere la vostra città - aveva fatto sapere Machado alla vigilia della cerimonia di consegna - e che in questo momento si trovano a Oslo, la mia famiglia, il mio team, tanti colleghi e poiché questo è un premio per tutti i venezuelani, credo che sarà loro consegnato". E così in effetti è avvenuto, con il premio consegnato nelle mani della figlia.

Il comitato Nobel: "Maduro si dimetta"

Jorgen Watne Frydnes, presidente del comitato Nobel norvegese, nel suo discorso d'apertura della cerimonia si è rivolto al presidente venezuelano: "Signor Maduro, dovrebbe accettare i risultati elettorali e dimettersi. Getti le basi per una transizione pacifica verso la democrazia. Perché questa è la volontà del popolo venezuelano", ha aggiunto tra gli applausi dei presenti in sala. Nel suo discorso ha poi sottolineato il lavoro pacifico fatto dalla Machado per portare la democrazia in Venezuela, nonostante le molteplici minacce: "Hanno provato il dialogo, l'organizzazione, la mobilitazione e un'ampia campagna elettorale. La signora Machado ha chiesto l'attenzione, il sostegno e la pressione della comunità internazionale, non un'invasione del Venezuela".

La visita al Parlamento di Oslo

La leader dell'opposizione è attesa in Norvegia e domani, salvo imprevisti dell'ultima ora, dovrebbe visitare il Parlamento, lo Storting. Lo ha fatto sapere il presidente dell'assemblea legislativa, Masud Gharakhan.

Machado non resterà in esilio

Machado "non resterà in esilio" dopo la consegna del Nobel: l'ha anticipato la responsabile della sua ultima campagna elettorale, Magalli Meda.

"Non esiste alcuna possibilità che Maria Corina (Machado) resti in esilio (...). È come dire a una madre che dovrà smettere di amare i propri figli", ha dichiarato in un video diffuso da uno dei profili della campagna dell'opposizione.

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