
Il Nobel per la Pace 2025 è stato assegnato a María Corina Machado, leader dell'opposizione in Venezuela.
Il premio va a una "coraggiosa e impegnata paladino della pace", "una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente". Così Jorgen Watne Frydnes, presidente del comitato del Nobel, ha letto la motivazione dell'assegnazione del premio. Machado "riceverà il premio Nobel per la pace per il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia".
"Negli ultimi dodici mesi, Machado è stata costretta a vivere nascosta. Nonostante le gravi minacce alla sua vita, è rimasta nel Paese, una scelta che ha ispirato milioni di persone", ha dichiarato Frydnes. "Quando gli autoritari prendono il potere - ha aggiunto - è fondamentale riconoscere i coraggiosi difensori della libertà che si alzano e resistono".
Cinquantotto anni, ingegnere e attivista per i diritti umani, deputata dell'Assemblea nazionale del Venezuela dal 2011 al 2014, ha fondato il partito politico liberale Vente Venezuela e l'associazione civile Sumate, subito presa di mira dal regime di Hugo Chavez. Ecco come parlò della nascita di quell'associazione: "Qualcosa è scattato. Avevo questa sensazione inquietante che non potevo restare a casa e guardare il paese polarizzarsi e collassare... Dovevamo mantenere il processo elettorale ma cambiare il corso, per dare ai venezuelani la possibilità di contare noi stessi, per dissipare le tensioni prima che si accumulassero. È stata una scelta di voti piuttosto che di proiettili". Chavez definì i capi di Sumate come cospiratori, golpisti e lacchè del governo Usa.
Il Comitato per il Nobel sottolinea che Machado "soddisfa tutti e tre i criteri stabiliti nel testamento di Alfred Nobel per la selezione di un vincitore del Premio Nobel per la pace. Ha unito l'opposizione del suo Paese. Non ha mai vacillato nel resistere alla militarizzazione della società venezuelana. È stata ferma nel suo sostegno a una transizione pacifica verso la democrazia. Ha dimostrato che gli strumenti della democrazia sono anche gli strumenti della pace. Incarna la speranza di un futuro diverso, in cui i diritti fondamentali dei cittadini siano tutelati e le loro voci siano ascoltate. In questo futuro, le persone saranno finalmente libere di vivere in pace".
Sfumato il sogno di Trump
Quest'anno i candidati nominati al Nobel per la pace erano 338, un numero molto alto ma non il record (nel 2016 furono 376). Le candidature devono essere presentate entro il 31 gennaio. Ed è questa la ragione ufficiale per cui Donald Trump non ha vinto, nonostante sia stato il regista indiscusso del piano per la Pace in Medio Oriente, siglato il 9 ottobre. Questa dei tempi, diciamo la verità, è una "scusa". Barack Obama si insediò alla Casa Bianca il 20 gennaio 2009 e, nel successivo autunno, ottenne il Nobel per la pace.
Un Nobel, quello, assegnato sulla fiducia, premiando le "buone intenzioni" che il politico democratico aveva espresso in campagna elettorale. Ma dalle buone intenzioni ai fatti concreti (come la firma di un accordo di pace) la differenza è abissale.