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"Prepariamoci ad un'escalation...": la previsione di Scholz che incombe su Kiev (e l'Europa)

La Germania "deve essere pronta a un'escalation in Ucraina", ha avvertito il cancelliere tedesco Olaf Scholz. A rischio le infrastrutture strategiche

"Prepariamoci ad un'escalation...": la previsione di Scholz che incombe su Kiev (e l'Europa)

"A causa dei fallimenti della Russia dobbiamo essere pronti ad un'escalation in Ucraina". È questa la fosca previsione lanciata da Olaf Scholz, intervenuto in una conferenza a Berlino ospitata dal quotidiano Suddeutsche Zeitung. Il cancelliere tedesco ha detto a chiare lettere che la Germania deve prepararsi a fare i conti con l’aumento della tensione. Questo, a detta dello stesso Scholz, potrebbe tradursi nella distruzione delle infrastrutture strategiche. E, con il gelido inverno in arrivo, i bombardamenti nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia e i continui raid militari improvvisi, c’è il rischio che i cittadini possano pagare il prezzo più grande.

Infrastrutture nel mirino

A proposito di infrastrutture, il consigliere del Ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, ha spiegato quale potrebbe essere la strategia russa. "Il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia è la tattica russa per interrompere le forniture di energia agli ucraini" mentre "gli attacchi durante il fine settimana equivalgono a una campagna genocida per privare i cittadini dell'elettricità e far congelare gli ucraini fino a che muoiono", ha dichiarato Sak.

Non è da escludere che le operazioni militari della Russia in Ucraina possano restare bloccate fino al prossimo anno. I recenti progressi ucraini, hanno scritto i media statunitensi, avrebbero infatti colto alla sprovvista Mosca. Il Cremlino potrebbe tuttavia continuare ad attaccare le truppe, le basi, la rete elettrica e le infrastrutture ucraine, anche se, in generale, l'inverno dovrebbe portare un rallentamento dell'avanzata militare da entrambe le parti.

Il pericolo di un’escalation

Gli esperti ipotizzano l’ingresso in una nuova fase della guerra, della quale è difficile fornire una lettura precisa. La Russia probabilmente intensificherà i suoi attacchi alle infrastrutture ucraine per terrorizzare le forze di Kiev. Dal canto suo, l’Ucraina potrebbe alimentare molteplici blitz per dimostrare di essere in grado di contrattaccare anche sul suolo russo. A quel punto è lecito attendersi controffensive da parte di Mosca.

Nelle ultime ore, varie esplosioni hanno causato la morte di tre persone in due villaggi nella regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina. Una donna è stata uccisa in quello che le autorità locali hanno definito un bombardamento ucraino nel villaggio di Shebekino, a circa sette chilometri dal confine, nel Sud della regione. Altre due persone, marito e moglie, sono morti nella parte occidentale della regione, nel villaggio di confine di Staroselye e secondo il governatore sono stati uccisi dall'esplosione "di un tipo di munizioni non identificato".

I blitz di Kiev

Intanto l’intelligence britannica ha acceso i riflettori su un attacco, avvenuto lo scorso 18 novembre, contro un terminal petrolifero nel porto di Novorssijsk, sulla costa russa del Mar Nero. "Un'importante base della flotta russa del Mar Nero (Bsf) è situata vicina al terminal petrolifero", ha sottolineato il rapporto, divulgato dal ministero della Difesa di Londra. La Bsf ha trasferito molte delle sue operazioni sottomarine a Novorssiysk dopo che la sua base di Sebastopoli, in Crimea, è stata colpita dall'Ucraina durante l'estate. I comandanti russi temono ora verosimilmente per le minacce alla flottiglia di navi da sbarco anfibie con base a Novorssiysk.

"Queste navi sono relativamente vulnerabili senza scorta e hanno assunto un ruolo più importante nel rifornimento delle forze russe in Ucraina da quando il ponte di Kerch è stato danneggiato in ottobre. I dettagli completi di questo incidente devono ancora emergere.

Tuttavia, qualsiasi dimostrazione della capacità ucraina di minacciare Novorssijsk rappresenterebbe molto probabilmente un'ulteriore sfida strategica per la flotta russa. Inoltre minerebbe ulteriormente la già ridotta influenza marittima della Russia nel Mar Nero", ha concluso il rapporto.

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