
Rompe il silenzio Vladimir Putin dopo lunghi giorni dominati dalla guerra tra Israele e Iran, in occasione della quale il suo tiepido sostegno a Teheran non è passato inosservato, e dal dibattito sull'aumento delle spese dei Paesi Nato secondo quanto richiesto dal leader statunitense Donald Trump. Nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Minsk in Bielorussia, il presidente russo ha rilasciato una serie di dichiarazioni che continuano ad indicare la volontà di riavvicinarsi agli Usa e che contengono anche ammissioni quasi inedite sui costi crescenti del conflitto in Ucraina.
Parlando del livello di spesa militare della Russia, 13,5 bilioni di rubli (circa 172 miliardi di dollari), cioè "il 6,3% del Pil", il capo del Cremlino ha affermato che si sta "pianificando" una sua riduzione. "È tanto o poco? Credo che sia tanto, e ovviamente è uno dei problemi, anche di bilancio, che dobbiamo risolvere", ha detto Putin sostenendo che la Federazione ha "pagato con l'inflazione" l'aumento delle spese militari. Nel primo trimestre di quest'anno la Russia è cresciuta dell'1,4% - il dato più basso in due anni - e l'inflazione nel 2024, stando ai dati ufficiali, ha raggiunto il 9,5%, oltre il doppio dell'obiettivo del 4% prefissato dal governo russo. Hanno fatto notizia le parole del ministro russo dello Sviluppo economico, Maxim Reshetnikov, che pochi giorni fa ha dichiarato che Mosca è "sull'orlo di una transizione verso la recessione" e che "tutto dipende dalle decisioni" di politica economica che saranno prese.
Putin ha dedicato quindi riflessioni alle principali questioni internazionali, partendo dal conflitto con Kiev. I piani presentati dalla Russia e dall'Ucraina per arrivare alla pace, ha detto il leader russo, sono "diametralmente opposti" precisando di non esserne sorpreso. Stando a quanto sostenuto dall'ex spia del Kgb, la Federazione è comunque "pronta" per il terzo round di negoziati con l'Ucraina. "Dobbiamo concordare luogo e orario", ha aggiunto il capo del Cremlino sottolineando che i negoziatori dei due Paesi "sono in contatto costante, si sentono al telefono di continuo".
Ancora una volta Putin ha elogiato Trump definendolo "un uomo coraggioso" che "si sta impegnando in modo sincero per risolvere la guerra in Ucraina". "Saremo lieti di preparare un incontro con Trump, sono sempre disposto a incontrarlo", ha dichiarato il leader russo che però ha detto di condividere con il suo omologo Usa la convinzione che "tali incontri debbano essere preparati e, sulla base dei risultati, dovremmo raggiungere nuovi livelli di cooperazione".
Quanto all'intesa raggiunta al recente vertice Nato sull'aumento delle spese militari, il presidente della Federazione ha affermato che tale iniziativa "si basa su una tesi: l'aggressività della Russia. Ma è esattamente l'opposto. Sullo sfondo di questa retorica sulla presunta aggressività della Russia, si inizia a parlare della necessità di armarsi". "I militari", ha proseguito Putin nel ragionamento, "vogliono aumentare le spese, che le aumentino pure, ma questo dimostra la loro aggressività". Mosca, ha aggiunto, sta calcolando le sue spese militari prendendo in considerazione solo quello che è necessario per "completare l'operazione militare speciale" in Ucraina e "questo è ciò che teniamo in considerazione, non piani aggressivi contro Paesi europei e Nato. Noi pianifichiamo di ridurre la spesa, mentre loro di aumentarla".
Non è mancato un riferimento alla situazione in Medio Oriente e al conflitto tra Israele e Iran - "grazie a Dio, sarà considerato un ricordo del passato" - e alla possibilità per Mosca di sviluppare relazioni con tutti i Paesi della regione.
Durante la sua visita di due giorni in Bielorussia, il presidente della Federazione parteciperà alla sessione plenaria del Forum Economico Eurasiatico e alle riunioni del Consiglio Economico Eurasiatico Supremo e incontrerà i capi di Stato di Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Cuba, Uzbekistan e i membri del governo di Mongolia ed Emirati Arabi Uniti.