Quelle ombre del Mossad che hanno messo in ginocchio l’Iran

Infiltrati per anni nel regime degli ayatollah, le spie israeliane hanno fornito le informazioni capaci di rendere chirurgici i raid di Tel Aviv

Quelle ombre del Mossad che hanno messo in ginocchio l’Iran

Le ombre sono uscite dal buio per poi ritornarci. Silenziose, rapide ed efficaci come sempre. Non appena è scoccata l’ora X, quella dell’attacco di Israele all’Iran, hanno fatto quello per cui si erano addestrate per anni. Hanno fornito le coordinate degli obiettivi, hanno lanciato droni e, così facendo, hanno colpito il cuore degli ayatollah. Le ombre - gli uomini e le donne del Mossad - hanno penetrato il Paese ormai da decenni. Solamente l’anno scorso, l’ex presidente Mahmud Ahmadinejad aveva raccontato alla Cnn turca: “In Iran avevamo creato una unità dei servizi segreti che doveva contrastare il Mossad. Poi abbiamo scoperto che il capo e altri venti erano del Mossad”. Non c’è da stupirsi. L’operazione dei cercapersone con cui i servizi segreti israeliani hanno colpito Hezbollah ha dimostrato che Israele può colpire chiunque. E ovunque. E, soprattutto, può utilizzare missioni simili per lanciare messaggi: sappiamo chi siete, vi conosciamo uno ad uno; sappiamo dove siete, possiamo colpirvi quando vogliamo. L’operazione cerca persone era un messaggio anche per Hassan Nasrallah, poi ucciso con un missile che ha fatto saltare in aria il palazzo che lo ospitava insieme a gran parte dello stato maggiore del Partito di Dio. Del resto, il capo di Hezbollah viveva da decenni come uno spettro, passando da un bunker all’altro di Beirut. Fino a quando non è stato eliminato. Del resto, anche il suo predecessore, Abbas al-Musawi, era stato ammazzato dagli israeliani in un raid realizzato con gli elicotteri Apache. La sua auto, sulla quale viaggiava insieme alla moglie e al figlio di cinque anni, venne incenerita. Nasrallah non sapeva quando lo avrebbero ammazzato. Sapeva però che lo avrebbero fatto. Perché Israele sa muoversi nei Paesi confinanti. Ha occhi e orecchie ovunque. Del resto, come è noto, del Mossad faceva parte la spia Eli Cohen, le cui spoglie Benjamin Netanyahu vorrebbe riportare in patria, e la cui storia è esemplare. Fu lui, con il nome di Kamil Amin Thabit, a infiltrarsi nel governo siriano fino a diventarne vice ministro della Difesa. Come è noto, venne scoperto e infine giustiziato sulla pubblica piazza. Era un traditore agli occhi di Amin al-Hafiz. Doveva pagare. E tutti dovevano vederlo.

È una storia breve ma ricca di azioni, quella del Mossad.Che dimostra come questo servizio di intelligence - un’altra celebre operazione è quella di Entebbe, del 1976, in cui perse la vita Yonatan Netanyahu - sia ormai in grado di agire in qualsiasi Paese mediorientale. E non solo. Fu l’“istituto”, finita la Seconda guerra mondiale, a dare la caccia ai nazionalsocialisti rimasti in vita; fu sempre l’“istituto” a eliminare Ali Hasan Salama, capo di settembre nero e mente della strage di Monaco. Fu sempre l’“istituto” a recuperare un Mikoyan-Gurevich MiG-21, che gli permise di conoscere come funzionavano i caccia dei Paesi arabi e, così facendo, vincere la Guerra dei sei giorni. Negli ultimi anni il Mossad si è concentrato soprattutto su Libano e Iran, senza dimenticare Gaza e la Cisgiordania. Oggi, ma le operazioni di infiltrazioni vanno avanti da decenni, l’Iran è il bersaglio principale. Già in passato, diversi scienziati che lavoravano al programma nucleare sono stati eliminati con operazioni chirurgiche. Un’umiliazione per gli ayatollah. Il caso più eclatante è quello di Mohsen Fakhrizadeh, una delle mente del programma nucleare iraniano ucciso nel 2020 con un’azione spettacolare. Fu infatti eliminato utilizzando una mitragliatrice attivata da remoto a 1600 chilometri di distanza e comandata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Così un Paese di poco più di nove milioni di abitanti riesce a tenere in scacco uno che ne ha

dieci volte di più. È la forza dell’intelligence. Che fa dell’astuzia e del raccogliere informazioni l’arma più potente. La più efficace. Come dimostra l’annientamento, di fatto, di ogni velleità nucleare degli ayatollah.

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