
Nuovo scontro in vista tra Donald Trump e l'Europa. Al centro delle nuove tensioni con il Vecchio Continente ci sarebbe il Digital Services Act (Dsa), il regolamento europeo entrato in vigore nel 2023 che ha lo scopo di creare un ambiente digitale più sicuro. Non secondo il presidente americano che, stando a quanto riferito dalla Reuters, nelle scorse settimane avrebbe dato istruzioni al dipartimento di Stato guidato da Marco Rubio di avviare una campagna di lobbying contro il regolamento di Bruxelles. Ed è ancora una volta l'agenzia britannica a rivelare oggi che i diplomatici dell'amministrazione repubblicana starebbero considerando di imporre sanzioni contro membri dell'Unione europea o funzionari degli Stati membri responsabili dell'attuazione del Dsa.
Lo scoop della Reuters si basa sulla testimonianza di due fonti a conoscenza dei fatti secondo le quali alti funzionari del dipartimento di Stato non avrebbero ancora preso una decisione definitiva sull'opportunità di varare le sanzioni. Come reso noto dalle gole profonde, le misure punitive, se approvate, probabilmente prenderebbero la forma di restrizioni sui visti. Le ultime riunioni sull'argomento sarebbero avvenute la scorsa settimana e al momento non è ancora chiaro quali individui sarebbero nel mirino di The Donald.
Sin dal suo ritorno a Washington, Trump non ha nascosto la sua contrarietà al regolamento digitale europeo che, secondo il tycoon, censura gli americani sopprimendo le voci conservatrici e impone costi alle aziende tecnologiche statunitensi. A luglio il dipartimento di Stato Usa ha criticato il Dsa sostenendo che il "messaggio orwelliano" dell'Europa "non ingannerà gli Stati Uniti". Una linea di pensiero sostenuta non solo dal capo della Casa Bianca ma anche dal suo vice J.D. Vance. A pensarla come il presidente Usa, e non è un caso, sono le grandi aziende tecnologiche americane, tra le quali Meta, la società madre di Facebook e Instagram.
Un portavoce della Commissione Europea ha di recente dichiarato ad Euronews che "le accuse di censura relative al Dsa sono completamente infondate. La libertà di espressione è un diritto fondamentale nell'Ue". Dal dipartimento di Stato non confermano né smentiscono le ultime indiscrezioni della Reuters ma in una mail inviata da un suo portavoce si legge che Foggy Bottom sta "monitorando l'aumento della censura con grande preoccupazione ma non abbiamo ulteriori informazioni da fornire in questo momento".
Interrompendo una lunga tradizione nei rapporti con i partner dall'altra parte dell'Atlantico, l'amministrazione Trump prepara dunque una mossa senza precedenti che procede in parallelo ai numerosi interventi a difesa dei leader di destra in Francia, Germania e Romania e alle accuse alle autorità europee di silenziare le critiche all'immigrazione.