Donald Trump vince la battaglia dei buoni pasto durante lo shutdown più lungo nella storia degli Stati Uniti, e a farne le spese sono i poveri americani. La Corte Suprema ha stabilito che l'amministrazione Usa non è tenuta a pagare immediatamente i sussidi alimentari Snap, sospesi durante la chiusura delle attività governative, con un'ordinanza temporanea che lascia milioni di persone nel limbo. La decisione è arrivata dopo la richiesta del presidente di bloccare la sentenza di un tribunale di grado inferiore che imponeva all'amministrazione di coprire integralmente e subito i buoni spesa per 42 milioni di americani a basso reddito per il mese di novembre. Washington voleva effettuare pagamenti solo parziali durante lo shutdown, ma il giudice Jack McConnell ha affermato che i sussidi devono essere integrali: «Prove dimostrano che le persone soffriranno la fame, le banche del
cibo umanitarie saranno sovraccaricate e si verificheranno sofferenze inutili» se il programma di assistenza nutrizionale supplementare non sarà completamente finanziato. La Casa Bianca ha subito fatto appello per bloccare la decisione e la Corte Suprema le ha dato ragione sospendendo l'ordinanza.
«È vergognoso che l'amministrazione abbia scelto di rivolgersi al tribunale invece di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti del popolo americano», ha commentato la procuratrice generale di New York Letitia James, che si è scontrata ripetutamente con Trump. Intanto gli aeroporti degli Stati Uniti sono nel caos: oltre 1.000 voli sono stati cancellati venerdì e altri 4.100 ritardati a causa dello shutdown. I più colpiti sono i voli nazionali in 40 degli scali più trafficati del Paese - inclusi Washington, New York, Los Angeles e Chicago - a causa della carenza dei controllori del traffico aereo. Al Ronald Reagan della capitale il ritardo medio in arrivo è di due ore. La Federal Aviation Administration (Faa) ieri mattina ha addirittura ordinato uno stop a terra al Jfk di New York e all'O'Hare di Chicago, avvertendo che le cancellazioni potrebbero arrivare al 20%. Dopo che venerdì i repubblicani
hanno respinto l'offerta dei democratici per mettere fine alla paralisi del governo - secondo quanto riportato da Bloomberg citando un portavoce del conservatori - i lavori sono proseguiti nel fine settimana. Trump continua a chiedere ai senatori del Grand Old Party di abolire la regola sull'ostruzionismo per bypassare i dem e mettere fine allo shutdown. Il cosiddetto «filibuster» è una tattica della Camera Alta Usa per ritardare o bloccare le votazioni sulle leggi. «È ora che i senatori repubblicani la smettano di giocare con i democratici della sinistra radicale e aboliscano l'ostruzionismo, riaprano immediatamente il nostro Paese e approvino una legge di buon senso», ha scritto il presidente su Truth.
Inoltre, ha esortato i membri del suo partito a reindirizzare i fondi federali utilizzati per sovvenzionare i costi dell'assicurazione sanitaria ai sensi dell'Obamacare, che ora vengono «inviati alle compagnie assicurative succhia-soldi», verso pagamenti diretti ai singoli individui, proponendo un potenziale compromesso sulla questione al centro della battaglia in Congresso.