La stretta dell'Ue sui visti per i russi. L'ira di Mosca: "Preferite i migranti"

Stop ai permessi multipli. Pokrovsk, assedio russo

 La stretta dell'Ue sui visti per i russi. L'ira di Mosca: "Preferite i migranti"
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Come se non bastasse il caos globale che ruota intorno al conflitto in Ucraina, scoppia anche il caso della concessione dei visti per i cittadini russi nell'Unione europea con l'ennesima polemica tra Mosca e Bruxelles. La Commissione europea ha adottato norme più severe «alla luce dei crescenti rischi per la sicurezza derivanti dalla guerra di aggressione ingiustificata e immotivata della Russia contro l'Ucraina», mentre il Cremlino, con la solita ineffabile Zakharova, replica che «la Commissione Ue ha probabilmente deciso che i Paesi europei hanno bisogno di migranti illegali piuttosto che di turisti finanziariamente affidabili». Il tutto, mentre la battaglia sul campo non si ferma, i negoziati si allontanano e nel contempo cresce la minaccia di escalation in Europa con nuove e inquietanti manifestazioni di guerra ibrida.

L'Ue ha deciso che i cittadini russi non potranno più

ottenere visti per ingressi multipli. Ciò significa che i cittadini russi dovranno richiedere un nuovo visto ogni volta che intendono recarsi nell'Ue con la conseguenza di avere un controllo approfondito e frequente dei richiedenti e limitare il più possibile i rischi per la sicurezza. Previste eccezioni ad personam per esempio per giornalisti indipendenti e difensori dei diritti umani. «Ci troviamo ad affrontare interruzioni e sabotaggi senza precedenti sul nostro territorio. Abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini. Viaggiare e muoversi liberamente all'interno dell'Ue è un privilegio, non è scontato», ha spiegato l'Alta rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas. «A quanto pare, la Commissione europea ha ragionato in questo modo: perché l'Europa occidentale ha bisogno di turisti affidabili quando ci sono migranti illegali che vivono di sussidi e renitenti alla leva ucraini?», ha detto la solita portavoce della propaganda russa Maria Zakharova. Proprio mentre il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov rilancia un altro abituale capitolo della propaganda russa: «Il principale ostacolo al processo di risoluzione è la riluttanza della parte ucraina a perseguire una soluzione politica e diplomatica e dalle provocazioni degli europei al regime di Kiev affinché

continui le ostilità», raggiungendo nuovi livelli di non credibilità. Nei giorni in cui la città chiave di Prokrovsk resta sotto assedio delle forze di Mosca.

Intanto l'Europa non si muove solo per quanto riguarda i visti. Anche ieri nuovi avvistamenti di droni nei cieli europei, con l'aeroporto di Liegi, in Belgio, chiuso per diverse ore, come accaduto a quello di Bruxelles la sera scorsa. Che l'allarme sia in costante aumento, lo dimostra anche la scelta dell'esercito tedesco che sta istituendo squadre di pronto intervento contro la minaccia droni, con un gruppo avanzato di personale militare schierato proprio in collaborazione con le forze belghe.

E proprio dalla Germania viene sollevato un nuovo spettro: «La Russia potrebbe lanciare un attacco su piccola scala contro il territorio della Nato già domani», denuncia il tenente generale Alexander Sollfrank, a capo del comando delle operazioni congiunte della Germania. Difficile trovare un singolo ambito che al momento non sia foriero di tensioni, allarmi e pericoli.

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