Rotolano le prime teste alla Bbc, dopo una campagna feroce della destra inglese e americana, che ha visto scendere in campo anche la Casa Bianca, convinta che la tv di Stato britannica sia «una macchina di propaganda di sinistra» e produca «fake news al 100%». A causa delle durissime critiche, ieri si sono dimessi il direttore generale Tim Davie e l'amministratrice delegata delle News Deborah Turness. Il caso più eclatante, che ha spinto il terremoto fino all'altra sponda dell'Atlantico, è stato soprattutto il documentario del celebre programma di approfondimento Panorama, che alla vigilia delle presidenziali americane del 2024 ha assemblato spezzoni del discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021, vigilia dell'assalto armato al Campidoglio, facendo sembrare che l'allora capo della Casa Bianca avesse incitato i suoi sostenitori alla violenza, dicendo che sarebbe andato con loro «per combattere come un dannato». Il filmato ometteva però la parte in cui il leader americano esortava a «far sentire la propria voce in modo pacifico e patriottico». In un'intervista di tre giorni fa al quotidiano di destra The Telegraph, da anni è impegnato in una campagna contro la Bbc e per l'abolizione del canone televisivo, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha definito «la rovina della giornata» i notiziari della tv mentre era impegnata con il presidente americano nel viaggio in Gran Bretagna di metà settembre. Un attacco feroce, in cui Leavitt spiegava anche come il documentario su Trump avesse tratto «completamente in inganno» i telespettatori con una clip «volutamente disonesta e selettivamente modificata», «un'ulteriore prova - ha sostenuto la portavoce - che si tratta di notizie totalmente false, al 100%, che non dovrebbero più meritare di essere trasmesse sugli schermi televisivi del Regno Unito».
Ma l'episodio non è l'unico. E si mischia alle accuse e alla strategia della Casa Bianca e della destra vicina al presidente Trump (come quella del promotore della Brexit, Nigel Farage) per screditare mezzi di informazioni considerati nemici e strumenti di propaganda dei rivali politici. Da tempo, la tv di Stato inglese è anche considerata troppo vicina alla causa palestinese e poco imparziale sulla guerra a Gaza. Al punto da aver prodotto un documentario sulla Striscia, affidandosi al racconto del figlio di uno dei leader di Hamas e alla figlia di un capitano di polizia di Gaza senza rendere noto di chi si trattasse e costringendo l'emittente a scusarsi successivamente e a rimuovere poi il documentario. Infine la questione Lgbt. Anche su questo, la Bbc è stata accusata di una copertura sbilanciata a favore delle teorie gender, che non ha lasciato spazio a opinioni critiche, incluse quelle delle femministe.
Nonostante le dimissioni, l'ad di News Deborah Turness ha difeso la tv di Stato, da sempre nota per la sua autorevolezza. Nella nota in cui ha annunciato l'addio ha sostenuto che la controversia sul video di Trump «ha raggiunto un livello tale da danneggiare la Bbc, un'istituzione che amo» e se n'è presa la colpa: «La responsabilità ricade su di me». Poi però la precisazione: «Sebbene siano stati commessi degli errori, voglio essere assolutamente chiara: le recenti accuse secondo cui Bbc News sarebbe istituzionalmente faziosa sono sbagliate».
Anche il direttore generale Tim Davie si assume «la responsabilità ultima di alcuni errori». Ma poi difende la rete pubblica: «La Bbc ha un valore unico e parla al meglio di noi. Contribuisce a rendere il Regno Unito un posto speciale; straordinariamente gentile, tollerante e curioso».