Donald Trump lancia una nuova invettiva contro l'Europa «in decadenza» e contro i suoi leader «deboli». Il presidente degli Stati Uniti amplia la spaccatura con gli alleati nel corso di un'intervista a tutto campo a Politico, in cui esorta pure l'Ucraina a indire le elezioni nonostante l'invasione russa e mette in dubbio la natura democratica del Paese sotto la presidenza di Volodymyr Zelensky.
Dopo la pubblicazione la scorsa settimana della nuova strategia di sicurezza nazionale americana in cui si avverte di un declino della civiltà nel Vecchio Continente, il tycoon ribadisce le sue critiche, affermando che «la maggior parte delle nazioni europee sono in decadenza», e le politiche europee sui migranti sono un «disastro». «Penso che siano deboli, ma vogliono anche essere politicamente corretti», prosegue l'inquilino della Casa Bianca, dicendosi convinto che «non sappiano cosa fare»: «Li conosco davvero bene, alcuni sono amici. Conosco i buoni leader e i cattivi leader. Conosco quelli intelligenti e quelli stupidi. Ce ne sono anche di veramente stupidi. Ma non stanno facendo un buon lavoro». «L'Europa non sta facendo un buon lavoro sotto molti aspetti - precisa - Sull'Ucraina, parlano ma non producono. E la guerra continua ad andare avanti». E alla domanda su chi è attualmente in una posizione negoziale più forte, dice che «non ci sono dubbi, la Russia. È un Paese molto più grande. È una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere». Sull'immigrazione, elenca Nazioni come Gran Bretagna, Francia, Germania, Polonia e Svezia, che a suo dire sarebbero «distrutte» dal fenomeno.
Immediata la reazione da Bruxelles, con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, il quale sottolinea che «siamo alleati degli Stati Uniti e gli alleati devono agire come tali, questo significa non interferire nella vita politica e interna dei nostri Paesi. Noi rispettiamo la scelta degli americani e loro devono rispettare la scelta democratica dei nostri cittadini». Poi, assicura che «non faremo in Ucraina quello che altri hanno fatto in Afghanistan. Continueremo a sostenere Kiev». Mentre la portavoce della Commissione Ue si astiene dal commentare, salvo «confermare che siamo molto orgogliosi e grati di avere leader eccellenti, a partire dalla leader di questa istituzione, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen».
Per Kirill Dmitriev, il consigliere presidenziale russo per gli investimenti esteri e negoziatore con gli Usa, Trump «dice la verità sui leader europei». Il presidente americano, da parte sua, spende parole dure anche nei confronti dell'Ucraina e di Zelensky: «Dovrà darsi una mossa e iniziare ad accettare le cose, perché si fa così quando stai perdendo, e lui sta perdendo», dice senza mezzi termini. E sottolinea che «è un momento importante per tenere le elezioni» in Ucraina: «Stanno usando la guerra per non tenere le elezioni. Parlano di democrazia, ma si arriva a un punto in cui non è più una democrazia». «Sono sempre pronto al voto», replica il leader di Kiev. «Se sarà garantita la sicurezza delle urne, si può votare entro tre mesi».
Zelensky, intanto, è pronto a condividere «entro oggi» con Washington un piano di pace rivisto dopo i colloqui con i leader Ue (Trump aveva inviato una sorta di ultimatum dicendo di attendere una risposta «a giorni»): la nuova bozza è composta da 20 punti rispetto ai precedenti 28, dopo che sono stati eliminati alcuni «ovvi spunti anti-ucraini»: «Non ci piace tutto ciò che i nostri partner ci hanno proposto. Anche se il problema non riguarda tanto gli americani quanto i russi».
Zelensky indica la questione territoriale e le garanzie di sicurezza internazionali come due degli aspetti
critici: «Prevediamo di cedere territori? Non abbiamo alcun diritto legale di farlo, e nemmeno alcun diritto morale». Il presidente russo Vladimir Putin, invece, ripete che «il Donbass è territorio russo, ed è un fatto storico».