Vertice a tre con Putin, Xi e Trump: cosa c'è dietro l'ipotesi russa sull'Ucraina

Mosca sogna un summit con Trump e Putin per decidere il destino dell’Ucraina a Pechino. Sullo sfondo, Xi Jinping rafforza il suo ruolo da regista della scena globale

Vertice a tre con Putin, Xi e Trump: cosa c'è dietro l'ipotesi russa sull'Ucraina
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Il destino dell'Ucraina, e forse del mondo, potrebbe essere deciso a settembre a Pechino? La suggestione di una nuova Yalta in salsa cinese emerge dai commenti sollevati nella Federazione russa dopo l'annuncio a sorpresa di Dmitry Peskov. Ieri infatti il portavoce del Cremlino ha dichiarato che sono in corso i preparativi per un viaggio nella capitale cinese preevisto tra due mesi, in occasione dell'80esimo anniversario della vittoria sul Giappone nella Seconda guerra mondiale. Poi la precisazione: un incontro nella capitale cinese tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Donald Trump, ha aggiunto Peskov, potrebbe avere luogo se il capo della Casa Bianca "deciderà di venire" ed è "effettivamente nell'agenda" del leader della Federazione.

La portata di quanto comunicato dal portavoce di Mosca è stata rimarcata con tempestività dall'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, vicina allo zar. In un suo editoriale si legge che l'Ucraina è sulla strada di una "demolizione controllata", un processo che "naturalmente deve essere supervisionato dai leader mondiali". Alludendo all'ultimatum lanciato dal presidente Usa alle autorità russe, "Putin mi ha deluso, valutiamo sanzioni entro 50 giorni, ha detto Trump di recente - Ria Novosti afferma che subito dopo il periodo indicato dall'amministrazione repubblicana "ci sarà il vertice in Cina" e qui si rivela il "vero significato" dell'idea del tycoon.

"Il leader americano", prosegue l'agenzia russa, "può aspettare che Kiev cada, e ricevere così un'ondata di negatività. Oppure, può decidere in modo elegante il destino dell'Ucraina insieme ai leader delle altre due superpotenze, e guadagnarsi una meritata fama di pacificatore". Ria Novosti sostiene che "parlare con Putin e Xi Jinping è l'unico possibile metro di misura di Trump: sono persone di dimensioni storiche simili". Poi la stoccata a Zelensky e all'Europa: "intrallazzare con il sotto-presidente di un Paese monco, o svagarsi con i nani europei, è invece solo una banale perdita di tempo".

L'editoriale dell'agenzia russa punta a solleticare l'ego di The Donald e ad alimentare le aspettative per un vertice Trump-Putin all'ombra del capo della Repubblica Popolare Cinese. D'altra parte Peskov ha appena chiarito che la Russia non si aspetta "svolte miracolose" dal nuovo round di negoziati con l'Ucraina previsto domani a Istanbul. Il portavoce del Cremlino ha sottolineato anche che "la questione della risoluzione ucraina è così complessa che raggiungere accordi sugli scambi o sulla restituzione delle salme dei defunti è già un risultato".

Che l'ingresso del "fattore Xi" possa rivelarsi l'elemento determinante per la fine del conflitto resta tutto da vedere ma in Russia sembrano contarci per davvero. Come nota il Corriere della Sera, cresce l'influenza in Russia del presidente cinese.

In cima ai grattacieli e lungo le strade di Mosca sono sempre più frequenti i cartelloni con citazioni del leader di Pechino mentre la Compagnia televisiva di Stato russa è arrivata alla produzione della terza stagione del programma "Le espressioni preferite di Xi Jinping". Tutti elementi che, una volta di più, sembrano indicare che il capo della super potenza asiatica potrebbe forse avere in mano delle carte importanti da giocare, e far pesare, nella sanguinosa partita ucraina.

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