La politica del fischio e la campagna sinistra contro sindaco e Lega

Vivono in branco. Perché da soli non avrebbero mai il coraggio di farlo. Ma sempre in pochi, dato che anche i loro simili sono trattenuti da un sussulto d’intelligenza. Sono gli sciacalli del fischio, calati in città con l’avvicinarsi delle elezioni. La loro preda preferita è il politico del centrodestra. Che sia il presidente del consiglio magari in trasferta a Milano, il sindaco, un rappresentante della Lega o un ex di An non importa. Tutto fa brodo. Perché al fastidioso animaletto, nessuno nega una citazione nelle agenzie che immediatamente battono la notizia. E allora si mette in moto la cascata. Con l’effetto pescatore che tramuta la sardina in pescecane. Tanto che qualche sibilo partito dall’angolo lontano occupato da un capannello di pochi avvelenati, per le televisioni o i giornali del giorno dopo si trasforma in «contestazione», «piazza che protesta», «folla ostile», «cittadini inferociti». Così come a far notizia son gli applausi, ormai ricorrenti e sottolineati, per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Non certo per ciò che dice o per il prestigio della sua alta carica, ma solo perché in lui c’è chi vede soltanto il contraltare al governo Berlusconi. E allora viva i corazzieri e viva il Tricolore. Anche magari da chi solo qualche anno fa come inno riconosceva soltanto quello della Russia. (...)

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