da Madrid
«Così il Parlamento potrà controllare il Consiglio Superiore del Potere Giudiziario», denuncia El País. Il Csm spagnolo imbrigliato dalla politica? Laccusa arriva direttamente dal grande quotidiano di Madrid, da sempre vicino alla sinistra. Tutta colpa dellultima proposta del ministro della Giustizia spagnolo: far comparire obbligatoriamente lorgano di autogoverno della magistratura al cospetto dei deputati, ogni volta che i parlamentari ne faranno richiesta. Non è una questione di forma, ma di sostanza. La riforma, per intenderci, secondo alcuni rischierebbe perfino di limitare lindipendenza del potere giudiziario dal governo. Così, neanche a farlo apposta, sugli schermi Nuovo Cinema Zapatero va in onda un film già visto a proposito di immigrazione: il governo baluardo della sinistra europea (se non altro perché di governi di sinistra in Europa non ne sono rimasti praticamente altri), prima sceglie la linea dura contro i clandestini, poi decide perfino di riformare la giustizia. Un colpo di Stato, per gli intellettuali del País come per la sinistra italiana. E adesso? Come faranno a dire ancora «Viva Zapatero»?
Eppure, guardando al contenuto della riforma, non sembra ci siano proprio gli estremi del golpe. Il ministro della Giustizia, Mariano Fernández Bermejo, minimizza: la comparizione dei consiglieri in Parlamento non minerà «in modo alcuno» la separazione dei poteri e, men che meno, lindipendenza di giudici e magistrati. La proposta è stata formulata in Commissione Giustizia della Camera assieme alle molte altre che costituiscono un ambizioso progetto di riforma dellordinamento giudiziario. A dire il vero, Bermejo non ha chiarito se i membri del Csm spagnolo verranno chiamati per informare il Parlamento o per rispondere «politicamente» della gestione dellorgano giudiziario. Si è limitato a ribadire che saranno obbligati a presentarsi «ogni volta che gliene sarà fatta richiesta».
La proposta del governo, rivela El País, sembra volta a frenare il presidente del Consiglio dei magistrati, Francisco Hernando, che poco tempo fa si è rifiutato di comparire in Parlamento: eppure era la prima volta che veniva chiamato a rispondere. Di fatto oggi la legge spagnola non proibisce le comparizioni dei magistrati davanti ai deputati, e in passato vari consiglieri togati hanno informato il Parlamento su materie inerenti la giustizia.
Il fronte dei giudici è tuttaltro che compatto. Le inclinazioni personali, per non dire lideologia politica di ciascuno, sono determinanti. I progressisti del Consiglio si schierano col ministro Bermejo e non vedono niente di male nel «migliorare la conoscenza del Parlamento su alcuni temi», come spiega il giudice Juan Carlos Campo. I membri conservatori del Consiglio (la maggioranza) sono di ben altra opinione: «È una strategia del governo per controllare il potere giudiziario», attacca Juan Pablo González. «La devono smettere di prendere in giro i cittadini si sfoga il giudice , questa misura serve solo ad aumentare la politicizzazione della magistratura».
Oltre alle comparizioni «forzate» in Parlamento, il governo Zapatero propone una dozzina di altre idee che presto si tradurranno in legge: laccesso alla carriera giudiziaria non passerà più per lesame di Stato, ma attraverso sei anni di tirocinio «sotto la sorveglianza» dei magistrati. Almeno per il momento, il ministro della Giustizia non ha invece confermato unaltra proposta cara ai socialisti, quella di trasferire l'istruzione penale ai pubblici ministeri. Un altro tentativo di controllare la magistratura, accusano i critici.
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