Armi all'Ucraina, verso il settimo decreto: cos'ha in mente il governo

Il ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbe riferito in audizione al Copasir i contenuti del settimo provvedimento che ufficializzerà l'invio di nuovo materiale bellico all'Ucraina. Possibili nuovi forniture per la difesa aerea di Kiev

Una batteria Samp-T schierata in Slovacchia durante la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Una batteria Samp-T schierata in Slovacchia durante la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Svolta sul settimo decreto interministeriale sulle armi all'Ucraina. Secondo quanto riportato dall'Agenzia Ansa, oggi, martedì 30 maggio, il ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbe presentato il provvedimento durante la riunione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) presieduta da Lorenzo Guerini.

Il contenuto del decreto è secretato come previsto dalla legge approvata a inizio legislatura che ha prorogato le consegne fino al 31 dicembre 2023, ma il governo, attualmente al lavoro sulla misura, deve comunque rendicontare al Copasir la lista degli armamenti da spedire: il ministero della Difesa è autorizzato a inviare mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina previo atto di indirizzo del parlamento. Si può comunque ipotizzare che da Roma verrà rinnovato l'impegno a garantire a Kiev sistemi di difesa aerea (in particolare l'arma italo-francese Samp-T e i missili terra-aria Aspide), già forniti con i precedenti invii, oltre a munizioni, artiglieria varia e mitragliatrici pesanti, ma anche dispositivi Nbc (nucleare, biologico, chimico), come tute, maschere e filtri d'aria. La creazione di uno scudo antimissile contro i bombardamenti ordinati da Mosca sta permettendo all'Ucraina di intercettare la quasi totalità degli attacchi aerei ordinati da Mosca, che nelle ultime settimane ha preso di mira la capitale con i droni Shahed di produzione iraniana.

Il settimo pacchetto arriva dopo il lungo inverno di trattative con l'Occidente sui tank e i caccia, conquistati da Zelensky – qui in visita di Stato nella prima metà di maggio – al ritorno dal G7 di Hiroshima. Kiev riceverà gli F-16 dagli alleati, ma non dall'Italia, che non li ha più in dotazione da oltre un decennio. Su quest'ultimo punto il ministro Crosetto ha dichiarato che l'addestramento dei piloti ucraini in Italia non è in agenda proprio perché l'Aeronautica Militare non opera più quegli aerei, ma nel frattempo negli scorsi giorni da Londra è arrivato l'ok al training dei primi 20 aviatori provenienti da Kiev.

I militari ucraini sono già stati nel nostro Paese per imparare a usare i sistemi Samp-T. La batteria ricevuta in primavera è quasi pronta per essere operativa: secondo quanto riferito dall'ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, mancherebbero soltanto alcune parti francesi. Contrariamente a quanto riportato da alcuni media internazionali, è improbabile che l'Ucraina riceva una seconda batteria da Roma e Parigi: la Difesa può contare soltanto 5 modelli in dotazione e ciascuno ha un costo elevatissimo (circa mezzo miliardo di euro). Nel decreto in fase di elaborazione potrebbero essere incluse invece parti di ricambio e nuovi missili.

"Scommettiamo sulla vittoria dell'Ucraina", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine dell'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky tre settimane fa. "Continueremo a fornire sostegno, anche militare, perché l'Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida. Questo è importante perché alla pace non si può arrivare con nessuna posizione di resa. Alla pace si arriverà solo se e quando la Russia cesserà le ostilità".

Il primo decreto

per l'invio di armi italiane all'Ucraina risale al 2 marzo 2022. L'ultimo è stato approvato a gennaio 2023. Il valore complessivo dell'attrezzatura bellica inviata dall'Italia è stato stimato intorno al miliardo di euro.

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