La Cina protesta per la visita della Regione a Taiwan

Gallera denuncia la lettera di protesta del Consolato dopo la missione ufficiale. "Vogliamo le loro scuse"

La Cina protesta per la visita della Regione a Taiwan
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La visita dei consiglieri regionali a Taiwan scatena la reazione della Cina. Il Consolato generale a Milano della Repubblica Popolare, ha infatti scritto una lettera di «protesta solenne» all'Ufficio di Presidenza della Lombardia parlando di una «grave violazione del principio Una Sola Cina» e di una «palese interferenza» nei suoi affari interni. Nel mirino finisce anche l'azzurro Giulio Gallera (nella foto), tra i partecipanti alla missione insieme al collega di Forza Italia Ivan Rota, al leghista Giovanni Malanchini e agli esponenti di Fratelli d'Italia Marcello Ventura e Diego Invernici. Con Gallera «colpevole» di aver affermato di voler sottoporre al consiglio regionale una mozione per impegnare la Regione a prendere una posizione chiara sul riconoscimento di Taiwan, in linea con quella approvata dal nostro Parlamento nel 2024. La Cina stigmatizza anche le dichiarazioni di Ventura che, al suo rientro in Italia, ha parlato di una missione che ha permesso di conoscere da vicino la storia, la cultura e le tradizioni di un Paese «dalla forte identità». Quella della Cina è «una grave ingerenza», attacca deciso Gallera, un «attentato alle istituzioni democratiche» e ai loro rappresentanti eletti «che hanno la libertà di esercitare le proprie funzioni». I consiglieri sono stati a Taipei dal 9 al 15 settembre su invito personale del governo di Taiwan e hanno avuto incontri politici e diplomatici. Il gruppo, dopo aver appreso dalla stampa dei reclami della Cina, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio regionale Federico Romani per capire come intende tutelare la loro «libertà d'azione», ma anche «l'onorabilità» del Pirellone davanti a quella che viene reputata un'invasione di campo di uno Stato estero.

«Chiedo ai rappresentanti dei partiti di dire cosa ne pensano e al presidente Romani di intervenire e di chiedere le scuse formali - conclude Gallera -, perché il Consiglio regionale non si fa dettare la linea politica. In caso contrario, si interrompano le relazioni con il Consolato».

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