Nelle ultime ore Viktor Orban è stato in Italia per una visita istituzionale ed è inevitabilmente emerso il tema di Ilaria Salis. Solo poche settimane fa il parlamento europeo ha confermato l'immunità all'esponente di Avs, sottraendola di fatto al giudizio del tribunale magiaro, dove Salis è indagata. Ospite su Rete 4, il presidente del Consiglio ungherese ha dichiarato che Salis "è una signora italiana che è venuta in Ungheria e fin qui tutto bene, ne siamo felici, gli italiani sono molto apprezzati in Ungheria per diverse ragioni, dalla cultura al calcio alla dolce vita. Quindi in generale siamo felici che veniate da noi e stiate insieme a noi. Però se vieni in Ungheria per commettere dei crimini allora no, non sei benvenuto".
E "quella signora", ha proseguito, "ha fatto esattamente questo, è venuta in Ungheria e ha usato violenza contro dei cittadini pacifici ungheresi, quindi è una criminale e dovrebbe stare in galera". Queste "sono le regole qui in Ungheria", ha sottolineato, "ma ora i compagni di Bruxelles stanno cercando di fare scudo alla loro compagna rossa ed è un male, non dovrebbero farlo. Se tutti quanti a prescindere dalla nazionalità andassimo in un altro Paese europeo a commettere dei crimini dovremmo essere puniti". A queste parole ha replicato tramite i social la stessa Salis, appellando Orban come "ducetto magiaro" che "dà prova di disconoscere i principi fondamentali di una vera democrazia". L'esponente di Avs vede nelle parole del premier ungherese un'inferenza con la magistratura magiara e punta i piedi nella sua dichiarazione, sottolineando che "un spetta al potere politico condannare un imputato — tantomeno un avversario — al carcere: questo può essere solo il compito di un giudice imparziale e indipendente, figura, in effetti, ben rara in una democrazia illiberale...".
Secondo Salis, che a un certo punto si rivolge direttamente a Orban, "più parli, più riveli la tua indole fascista. E ricordo a te e ai tuoi emuli che il popolo italiano il fascismo l’ha già ripudiato, una volta per tutte". E ribadisce, che "non permetteremo che riportiate indietro le lancette della storia: difenderemo le libertà e i diritti che abbiamo conquistato — e ne vogliamo conquistare ancora, e ancora, e ancora". Non è chiaro a chi si riferisca con questi passaggi, che sono accortamente senza soggetto, a parte Orban, pur essendo espressi al plurale. Ma l'appello così accorato di Salis, che dopo i giorni del vittimismo è ora tornata all'attacco forte dell'immunità, non ha raccolto quanto forse l'europarlamentare si aspettava.
"Sei una privilegiata, godi dei privilegi della casta al potere: soldi e immunità. Sei uguale a tutti gli altri", la accusa un utente, al quale fa eco chi chiede un po' più di istituzionalità a Salis: "Ringrazia l'immunità e taci, che fai più bella figura". Qualcuno le fa notare anche una sottile ipocrisia nel suo messaggio: "Hai detto proprio bene, fare la giustizia spetta ai giudici e non alla politica come hai fatto tu".
E si potrebbe continuare ancora, a dimostrazione che nonostante alzi i toni, Salis non riesce a fare proselitismo. Al contrario, se per un periodo gran parte degli italiani sono stati dalla sua parte, l'elezione per evitare la giustizia ungherese ha cambiato la percezione.