E cento Paesi firmano il sostegno a Guterres

L'iniziativa del Cile. L'Italia non firma, ma rinnova il suo appoggio al leader

E cento Paesi firmano il sostegno a Guterres
00:00 00:00

Sono oltre 100 i Paesi che si sono schierati con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, definito persona non grata da Israele. In una dichiarazione congiunta si afferma «il sostegno della maggioranza della comunità internazionale al lavoro del capo dell'organismo e al ruolo delle Nazioni Unite», più volte finito sotto attacco del governo israeliano, che reputa le sue posizioni troppo filopalestinesi e che considera che il leader Onu abbia sminuito gli eventi del 7 ottobre in diverse occasioni.

Redatta su iniziativa del Cile e inizialmente sostenuta da Brasile, Colombia, Sudafrica, Uganda, Indonesia, Spagna, Guyana e Messico, la dichiarazione non è stata firmata da Stati Uniti e Germania, fra gli altri, e neanche dall'Italia. Fonti informate hanno spiegato all'Adnkronos che si è ritenuto di «non aderire a questa iniziativa, perché in disaccordo su come si è svolto il processo di elaborazione del testo, condotto in maniera non inclusiva, e sul linguaggio utilizzato». Pur non avendo firmato quella dichiarazione, l'Italia ha riaffermato il suo sostegno a Guterres in un post su X, nel quale la rappresentanza al Palazzo di Vetro ribadisce «il suo irremovibile sostegno al segretario generale e al suo impegno per un multilateralismo efficace: in momenti di alta tensione in tutto il mondo, l'azione del segretario generale è essenziale per garantire il dialogo, mediare i conflitti, facilitare gli sforzi umanitari e promuovere la comprensione tra le parti interessate».

Dopo aver confermato «la sua piena fiducia nel lavoro del segretario generale», la rappresentanza «ha invitato tutti i membri a evitare azioni che compromettano il ruolo cruciale delle Nazioni Unite nella risoluzione dei conflitti».

Il testo approvato avverte che misure come quella adottata dal governo israeliano nei confronti del segretario Onu, «minano la capacità dell'Onu di svolgere il proprio mandato», compresa la mediazione dei conflitti.

«In Medio Oriente, ciò potrebbe ritardare ulteriormente la fine di tutte le ostilità e l'istituzione di un percorso credibile verso una soluzione a due Stati con due Stati che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza», hanno sottolineato i 105 Paesi, secondo cui «in tempi di forti tensioni, il ruolo del segretario generale è essenziale per favorire il dialogo e promuovere la pace e la comprensione. Il suo lavoro - insistono gli oltre cento Paesi - rimane cruciale per garantire il dialogo, facilitare gli sforzi umanitari e promuovere la pace e la stabilità in tutto il mondo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica