
Nostro inviato a Sharm el-Sheik (Egitto)
«Una giornata storica». Poco prima delle due del pomeriggio ora locale, Giorgia Meloni atterra all’aeroporto internazionale di Sharm el-Sheik per prendere parte alla cerimonia di firma del Piano di pace per il Medio Oriente fortemente voluto da Donald Trump. Mentre era in volo da Roma all’Egitto, Hamas ha finito di liberare i 20 ostaggi israeliani ancora in vita e nascosti nei tunnel di Gaza, mentre Tel Aviv ha scarcerato circa 1.900 detenuti palestinesi. L’ultimo passo necessario a suggellare una tregua che è sì ancora fragile ma che apre una prospettiva di pace fino a qualche mese fa inattesa. Per questo, dice Meloni, «una giornata storica». E che «apre una nuova fase», quella del «consolidare il cessate il fuoco e dare piena attuazione dell’accordo per costruire un futuro di pace e stabilità duratura». «L’Italia – aggiunge – continuerà a sostenere con convinzione questo percorso, nella consapevolezza che la pace si costruisce con i fatti, non con le parole».
La premier, accolta all’International Convention Center dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, è decisa a far sì che l’Italia dia un contributo importante. Sotto un duplice fronte: quello umanitario e della ricostruzione e, qualora dovesse servire, quello militare. Sul primo, l’attività è già intensa. E si sta concentrando sul rafforzarmento dell’operazione italiana «Food for Gaza» (raccogliendo derrate alimentari con la collaborazione di Coldiretti, Confagricoltura e Confcooperative) e su quello sanitario (Roma avrebbe già dato la sua disponibilità ad aprire a Gaza ospedali italiani. Mentre per quanto riguarda la ricostruzione non è escluso che possano essere coinvolti colossi italiani come Webuild. Poi c’è il fronte militare, con la possibilità di contribuire con l’Esercito a un’eventuale missione interforze e il via libera ad allargare la missione dei Carabinieri già presenti a Gerico e che presto torneranno al valico di Rafa.
Prima che si aprisse formalmente il «Summit for peace» - iniziato con circa due ore di ritardo visto il prolungarsi della visita a Tel Aviv di Trump – Meloni ha avuto un bilaterale con al-Sisi. L’ultimo risale a marzo del 2024, quando la premier incontro il presidente egiziano al Cairo insieme a Ursula von der Leyen. Durante l’incontro di oggi, fa sapere il suo portavoce, al-Sisi ha elogiato lo sviluppo delle relazioni privilegiate tra Egitto e Italia, sottolineando l’importanza di continuare a rafforzare i rapporti bilaterali in vari settori, tra cui quello politico, commerciale ed economico, oltre ad aumentare la cooperazione congiunta nei settori dell’energia, dell’agricoltura, dell’edilizia, del turismo e in altri ambiti di reciproco interesse. Sono stati discussi, inoltre, i modi per aumentare i legami commerciali tra i due paesi e facilitare la comunicazione tra la comunità imprenditoriale e il settore privato in Egitto e in Italia. Da parte sua, Meloni ha accolto con favore la crescente cooperazione tra i due paesi in vari settori, sottolineando l’importanza di continuare a costruire sull’attuale sviluppo delle relazioni bilaterali.
La premier ha infine ribadito l’impegno dell’Italia a
contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo della Striscia di Gaza e al rilancio di un processo politico verso un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente basato sulla soluzione dei due Stati.