
La Germania, al pari di molti altri Paesi dell'Europa occidentale, ha un problema con l'immigrazione di massa. Il cancelliere Friedrich Merz sembra essere consapevole di doverlo risolvere in qualche modo, perché la percezione di insicurezza nelle città tedesche è sempre più alta. In Germania come in Italia, il problema sono gli irregolari, che vivono come fantasmi senza regole a ridosso delle stazioni, dei parchi delle piazze, fino a spingersi in centro città, causando spesso problemi a residenti e turisti. "Molti di questi determinano anche l'immagine pubblica delle nostre città. Per questo motivo, così tante persone in Germania e in altri Paesi dell'Unione Europea – questo non vale solo per la Germania – hanno paura di muoversi negli spazi pubblici", ha dichiarato il cancelliere, aggiungendo che "questo genera interi quartieri che creano grandi problemi anche alla nostra polizia".
Il discorso di Merz è stato orientato alla necessità di ristabilire la fiducia della popolazione nello Stato di diritto, che è andata persa con le politiche precedenti. Ha sottolineato anche che è un tema che devono affrontare collegialmente i leader dell'Ue ma che "richiede anche sforzi nazionali". Il ministro federale degli Interni tedesco sta lavorando alacremente per operare rimpatri su larga scala ma, così come in Italia, anche in Germania la sinistra fa opposizione su posizioni ideologiche ignorando il contesto reale del Paese, legato al realismo delle parole del cancelliere. Sono nate polemiche dalle parole di Merz, è stato accusato di "razzismo" alcune testate lo hanno criticato, e quando alcuni giornalisti gli hanno chiesto conto delle sue parole, lui non ha esitato: "Chiedete alle vostre figlie cosa potrei aver voluto dire con questo". Parole che non possono lasciare indifferenti perché aprono a un ragionamento di sicurezza pubblica fondamentale: che Paese può considerarsi libero se le sue donne hanno paura di muoversi in città? Una domanda che la maggior parte dei Paesi dell'Europa occidentale si sta ponendo in questi anni, cercando di trovare risposte.
Il sito Stern.de ha raccolto la testimonianza di alcune donne tedesche di varie età a partire dalle parole di Merz. Alcune ragazze hanno sottolineato di avere paura soprattutto per gli sbandati, di "qualunque colore della pelle", altre di temere maggiormente i soggetti immigrati e ancora ci sono ragazze che si sentono a disagio per essere biologicamente tedesche in una società che è sempre più multiculturale. "Il fatto che una giovane donna venga talvolta approcciata è un conto. Ma se un 'no' non viene semplicemente accettato e si viene incalzate, questo è dovuto anche a differenze culturali", ha dichiarato una 26enne. "Negli ambienti arabi e musulmani, l'opinione di una donna spesso conta semplicemente meno. Già quando ero a scuola, in piena estate ci dicevano che, per rispetto dei rifugiati minorenni non accompagnati, non dovevamo indossare abiti corti. Per me questo è un approccio completamente sbagliato", ha aggiunto. "Ho un background migratorio. Nonostante ciò, non trovo razzista l'affermazione di Merz – ma coraggiosa.
Sono sollevata che il Cancelliere mi tolga le parole di bocca che io stessa non oserei dire", ha dichiarato un'altra donna di 32 anni, sostenendo che se dicesse di avere paura degli "uomini arabi" verrebbe tacciata di "razzismo" dagli amici.