Guerra in Ucraina

"Difficile credere nella Sua sincerità". L'attacco dell'ambasciatore russo a Crosetto

Su Facebook l'ambasciatore russo in Italia ha pubblicato una lettera indirizzata al ministro della Difesa Guido Crosetto: "Alle parole, devono seguire i fatti"

"Difficile credere nella Sua sincerità". L'attacco dell'ambasciatore russo Razov a Crosetto

Continuano a far discutere, all'interno dell'entourage russo, le parole pronunciate nei giorni scorsi dal ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. Quest'ultimo, come ben noto, ha definito essenziale continuare a rifornire di armi l'Ucraina. Il tutto per evitare ulteriori conseguenze e scongiurare l'arrivo di carri armati a Kiev, circostanza quest'ultima vista da Crosetto come l'inizio di una terza guerra mondiale.

A queste parole, a stretto giro è arrivata la reazione dell'ex presidente russo Dmitry Medvedev. L'ex delfino di Putin ha definito Crosetto come un "raro sciocco", confermando la retorica molto dura adottata verso i politici occidentali e non solo. Nelle scorse ore invece, dopo un'altra intervista rilasciata dallo stesso ministro al Corriere della Sera, è arrivata la risposta dell'ambasciatore russo in Italia Serghei Razov. Il diplomatico ha inviato una lettera al titolare della Difesa, respingendo le accuse rivolte a Mosca di non volere il dialogo e puntando il dito contro le azioni del governo italiano.

"Non è Mosca a non volere il dialogo"

"Egregio signor Ministro, il 30 gennaio ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui, tra l'altro, ha affermato che l'Europa non deve chiudere le porte ai russi e percepire il popolo russo come un nemico". La lettera dell'ambasciatore Razov parte quindi con un esplicito riferimento alle parole pronunciate da Crosetto nell'intervista pubblicata nella giornata di ieri.

"Non ho mai condiviso chiusure verso gli artisti, gli sportivi, la popolazione civile. Dobbiamo lasciare dei canali di dialogo apertì, ha detto - prosegue il diplomatico - E ha aggiunto: 'Perchè negare i visti ai cittadini russi? Sarebbe meglio che le persone venissero in Europa anche per ascoltare una voce diversa".

"Concordiamo di rado - si legge nella lettera - con le Sue dichiarazioni e azioni soprattutto per quanto riguarda la fornitura di armi italiane all'Ucraina, ma credo che quasi tutti i cittadini russi sottoscriverebbero senza esitazione queste parole. E lo stesso farebbero, suppongo, anche in Italia. Ma in che misura tali parole corrispondono alla realtà? Esaminiamo i fatti concreti".

E qui Razov ha respinto le accuse sul fatto che siano state fino a oggi le azioni russe a bloccare ogni possibilità di dialogo. "Chi è che sta riducendo le opportunità di contatto e di dialogo tra i popoli dei nostri paesi?". "La Russia - prosegue Razov - fondamentalmente per iniziativa del precedente governo italiano, è stata privata dell'accesso a 300 miliardi di dollari delle proprie riserve valutarie. Ora si discute della possibilità di uno scippo definitivo. E stiamo parlando dei soldi dei contribuenti russi."

"L'Italia continua a sequestrare immobili, proprietà e altri beni di uomini d'affari russi dichiarati 'oligarchi' - si legge ancora nella riflessione del diplomatico - Su questa base, giuridicamente traballante, viene discriminata un'intera categoria di cittadini del nostro Paese che ha investito i propri capitali nello sviluppo dell'Italia". Un po' come dire, per l'appunto, che al momento è anche a Roma che si stanno prendendo decisioni in grado di allontanare il dialogo tra le parti. Confermando in tal senso la posizione del Cremlino, secondo cui è l'Occidente a non volere un riavvicinamento con Mosca e non viceversa.

"Vogliamo vedere i fatti"

La lettera, pubblicata integralmente sulla pagina Facebook dell'ambasciata russa in Italia, prosegue poi con la critica da parte di Razov verso Crosetto di non dare seguito nei fatti alle sue buone intenzioni. "Rifiuti immotivati del servizio bancario, chiusure forzate e altre restrizioni discriminatorie sulla base della presenza di un passaporto russo o di un semplice riferimento nei documenti alla Russia come luogo di nascita sono diventati un evento comune nella vita dei nostri connazionali in Italia - ha scritto Razov - Questo è tutt'altro che un elenco completo di passi compiuti dalla parte italiana dallo scorso anno per impedire unilateralmente i contatti, per distruggere canali di dialogo bilaterale precedentemente esistenti. Allo stesso tempo, sono sicuro, signor Ministro, che avrà molti problemi se proverà ad elencare almeno qualsiasi iniziativa passi nella stessa direzione dalla parte russa".

"In Russia - è la frase posta a chiusura della lettera - la gente è abituata a giudicare non dalle parole, ma dai fatti.

Le cose sono molto diverse dalle Sue parole, ed è difficile credere sempre nella loro sincerità".

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