
"Il pogrom di due anni fa è nella memoria indelebile del mondo e oggi, per fortuna, il mondo può contare sul presidente Donald Trump". A dirlo è Paolo Formentini, deputato e responsabile Esteri della Lega, nel corso di un covegno che ha organizzato in occasione dell'anniversario del 7 ottobre in qualità di presidente del Gruppo di collaborazione parlamentare Camera-Knesset .
"Oggi siamo qui perché non dimentichiamo gli orrori commessi da Hamas e la barbarie di quell'attacco terroristico, che ha segnato un prima e un dopo nelle coscienze di tutti noi. Nonostante un crescente e disgustoso antisemitismo di ritorno, non possiamo e non vogliamo cedere alla narrazione dei cattivi maestri di questi tempi moderni", ha detto Formentini nel corso del convegno in cui ha definito l'accordo tra Israele e Hamas "un fatto storico, che segna una svolta in direzione della pace e ci avvicina inequivocabile al termine del conflitto". Ed ha concluso: "Come Lega abbiamo sempre sostenuto la visione del presidente Trump che oggi, con questa firma, dimostra di aver sempre avuto ragione". Al convegno era presente anche il senatore renziano Ivan Scalfarotto che ha sentenziato: "Il 7 ottobre non è stata un'azione di guerra bensì un pogrom. I terroristi cercavano dei civili indifesi. Bisognava semplicemente uccidere quelle persone perché erano ebree". Secondo Scalfarotto, l'antisemitismo "è una bestia che aspetta soltanto di alzare la testa davanti a dei pretesti" e "le azioni di Gaza non hanno creato l'antisemitismo, hanno solo consentito di riportarlo in società". Il senatore di Italia Viva ha poi ricordato di aver presentato un disegno di legge contro il fenomeno "e - ha aggiunto - anche se la Palestina non è mai citata, è stato detto che volevo limitare la libertà di manifestare per la Palestina. L'ho fatto perché non voglio vivere in un paese in cui i miei concittadini ebrei hanno paura di vivere. Perché un Paese dove un ebreo è in pericolo, tutti siamo in pericolo".
Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, finito il convegno, interpellata dall'Agi, ha detto: "Oggi è una giornata di ossigeno e speranza. Forse gioia è una parola troppo grande, ma sicuramente oggi respiriamo una speranza che sia l'inizio della fine di un percorso difficile in Medio Oriente". E ha aggiunto: "La speranza è che chi ha inneggiato all'odio e alla morte degli ebrei prenda ora spunto per inneggiare alla vita, alla pace e alla convivenza. Serve cambiare registro e tono, anche nelle piazze italiane". Anche Jonathan Paled, ambasciatore di Israele in Italia, ha usato parole di giubilo: "Oggi è un giorno storico. Gli ostaggi stanno per tornare a casa e con il loro rilascio entriamo in un mondo migliore". E ancora: "Dobbiamo finalizzare questa guerra e cercare un futuro di pace senza Hamas, senza terrorismo".
Padel si è detto ottimista "ma resta ancora molto lavoro da fare per arrivare alla sicurezza e alla pace in Medio Oriente e per assicurare anche il futuro dell'Occidente". E infine:"L'Italia e l'Europa sono minacciate dal terrorismo e da Hamas, dobbiamo garantire un futuro senza di loro", ha concluso.