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Spagna, Feijóo non sarà premier. Verso nuovo incarico a Sanchez

Con 172 sì, 177 no e un voto nullo, Alberto Núñez Feijóo, leader del Partito popolare, si è visto negato per la seconda volta la possibilità di formare un governo. L'incarico potrebbe tornare all'ex premier Pedro Sanchez

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In Spagna, Alberto Núñez Feijóo, 62 anni e leader del Partito popolare spagnolo, non ha ricevuto per la seconda volta la fiducia da parte del Congresso dei deputati spagnolo per la formazione di un nuovo governo. La votazione si è conclusa con 177 voti contrari e 172 favorevoli mentre un voto è stato dichiarato nullo.

Il leader del Pp ha vinto le elezioni tenutesi lo scorso 23 luglio ma gode di una maggioranza relativa in Parlamento. Ciononostante, ha voluto presentarsi in aula per provare a ricevere l’investitura per ben due volte, dato che già mercoledì scorso c’era stata una fumata nera. Adesso la palla passa al suo antagonista principale, Pedro Sanchez, premier uscente e leader socialista e che avrà due mesi di tempo per condurre le trattative volte alla formazione di un governo di centrosinistra.

La votazione e gli alleati

Mercoledì 26 settembre, Feijóo si era presentato al Congresso, la camera bassa del Parlamento spagnolo e che vota la fiducia all’esecutivo, e ha tenuto il discorso di investitura. La votazione si è conclusa nel seguente modo: 172 a favore, 178 contrari. Ad avere votato a favore sono stati: Pp (137), conservatori di Vox (33), Coalición Canaria (1) e Union del Pueblo Navarro (1). A votare contro sono stati: Psoe (121), sinistra radicale di Sumar (31), Esquerra Republicana de Catalunya (7), Junts per Catalunya (7), EH Bildu (6), Partito nazionalista basco (5) e Blocco nazionalista gallego (1).

La votazione di oggi sarebbe stata stata la fotocopia di quella di mercoledì se non fosse stato per Eduard Pujol i Bonell, esponente di Junts per Catalunya, che prima aveva detto di sì, poi s'è corretto dicendo che si era sbagliato e che il suo voto era contrario. Nel primo conteggio, la presidenza aveva preso per buono il suo primo pronunciamento e, dunque, ne è seguita una riunione per stabilire il risultato ufficiale della votazione. Alla fine è stato deciso di considerare questo voto nullo. La votazione si è, dunque, conclusa con 172 a favore, 177 contro e 1 nullo.

Feijóo, dopo le elezioni di luglio, si era rivolto a diversi interlocutori per conseguire l’obiettivo di arrivare alla nascita di un esecutivo e gli unici a non aver declinato il suo invito al dialogo sono stati gli esponenti di Vox, partito di destra radicale che governa insieme ai popolari diversi comuni e regioni della Spagna. La presenza di Vox nella compagine governativa ha fatto storcere il naso a potenziali alleati dei popolari come il Partito nazionale basco che ha preferito tenersi fuori dalle trattative.

Pedro Sanchez e gli indipendentisti catalani

Il premier uscente e secondo classificato alle elezioni di luglio, Pedro Sanchez, ha dichiarato che Feijóo “ci ha fatto soltanto perdere tempo”. Tutti si aspettano che re Filippo VI di Spagna, nelle prossime ore, conferisca a Sanchez il mandato di negoziare con le altre forze politiche sedenti in Parlamento al fine di far nascere un nuovo governo. Il leader socialista, da qualche settimana, ha preso contatti con Junts per Catalunya, partito nazionalista catalano che per un sostegno a Sanchez ha posto due condizioni: l’amnistia al loro leader storico Carles Puigdemont e la celebrazione di un referendum per l’indipendenza della Catalogna. Per la prima richiesta i socialisti si sono detti disposti a negoziare, mentre sulla seconda assolutamente no.

Feijóo ha formulato un duro attacco contro Sanchez e sul suo possibile ritorno alla guida della Spagna: “Non c’è alcun successo nell’inganno e nella menzogna. Se la sua volontà è di continuare con questa degradazione morale e politica sarà una sua responsabilità o irresponsabilità. Io non voglio essere presidente ad ogni costo... Adesso è tempo di sapere se Lei vuole essere presidente del governo a costo della dignità e dell’uguaglianza degli spagnoli”.

Se tra due mesi nessuno sarà riuscito a dare vita ad un nuovo governo, la Spagna tornerà alle urne.

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