Fabio Pammolli, direttore dellImt, del Cerm e docente di economia, linterpretazione delle previsioni Ue da parte del ministro Tremonti quali considerazioni le suggerisce?
«Il fatto che lItalia si presenti nella fascia bassa del rapporto deficit/Pil è un elemento estremamente importante da preservare e da valorizzare. Innanzitutto per il livello elevato del debito pubblico che soprattutto nella fasi di crisi economica è un fardello pesante».
Vi sono altri elementi da rilevare?
«Landamento positivo delle aste dei titoli di Stato, le valutazioni positive da parte delle agenzie di rating e del commissario Almunia confermano limportanza della strategia di consolidamento per costruire politiche di rilancio della crescita. È, a mio avviso, sbagliato considerare questo atteggiamento rigoroso e attento come un errore. Al contrario, è un presupposto irrinunciabile per la crescita. Anche lattenzione data al rilancio di grandi opere e infrastrutture potrà produrre effetti, nel Mezzogiorno in particolare».
A questo proposito, i dati negativi su produzione industriale e fatturato delle imprese possono essere interpretati come un punto di minimo o come un segnale di unulteriore involuzione?
«I dati riferiti a novembre riguardano una fase di massima volatilità dei mercati e riflettono un momento della crisi molto forte, ma non mi sento di dire che si è già toccato il picco. Ciononostante la situazione dellItalia non è così negativa come si potrebbe pensare perché il basso livello di indebitamento delle famiglie, il minor ricorso al debito da parte delle imprese e il rigore nella gestione del debito pubblico ci presentano un Paese più solido di molti altri».
Lo scenario di previsione è una «terra incognita» come afferma Tremonti?
«Dipende dallo scacchiere delle politiche fiscali. La politica espansiva della Fed ripresenta inalterata una strategia per il rilancio che aumenta il livello di indebitamento del sistema nellaspettativa che il credito a basso costo sostenga la crescita. Se gli Usa ripartono, lItalia ne può beneficiare. Ma se le misure non fossero sufficienti, allora potrebbe determinarsi nuova volatilità».
LEuropa come si porrà in un simile contesto?
«Bisogna capire quale sarà la risposta di politica monetaria, fiscale e valutaria rispetto alla Fed. Leterogeneità delle posizioni è molto forte e si rischia di avere unEuropa divisa tra virtuosi e tra coloro che ricorrono allo Stato salvatore».
Ci sono ulteriori margini di manovra per lItalia oltre alle riforme a costo zero?
«Sì, il welfare. La solidità può essere rafforzata in modo virtuoso con un innalzamento necessario delletà pensionabile. LItalia resta un Paese che ha letà media dei pensionati inferiore ad altri Stati Ue. Questo incide sul tasso di disoccupazione, sugli oneri del sistema previdenziale e sulle capacità di sostenere la crescita».
Ci sono altri interventi da fare?
«Aumentare la produttività del sistema di istruzione accertandosi che ogni euro immesso nel sistema venga speso bene».
Riaprire il fronte-pensioni può essere politicamente pericoloso.
«Il -2% di Pil delle previsioni o la deflazione sono falsi problemi per come sono formulati.
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