Guerra in Ucraina

Gli 007 ucraini uccidono il banchiere-mediatore "Faceva il doppio gioco"

Kireyev giustiziato dopo il primo round "Nei negoziati dava informazioni ai russi"

Gli 007 ucraini uccidono il banchiere-mediatore "Faceva il doppio gioco"

Mosca. Lo chiamavano il banchiere. Ma Denis Kireyev non era solo quello. Altrimenti il 28 febbraio non sarebbe volato nella regione del Gomel, in Bielorussia, per partecipare al primo round di negoziati con i russi assieme al resto della delegazione Ucraina. Altrimenti, ieri, non sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa da un commando dell'Unità Alfa, le forze speciali del Sbu, i servizi di sicurezza ucraini. «L'hanno fermato venerdì a Kiev davanti al numero 15 di Bolshaya Zhitomirskaya, l'hanno fatto scendere dalla sua auto blindata - racconta una fonte ucraina del Giornale - e dopo aver fatto stendere a terra le sue guardie del corpo l'hanno costretto a salire su un auto del Quinto Dipartimento del Sbu. Poco dopo gli hanno sparato alla nuca e hanno lasciato il suo corpo sull'asfalto».

Ma perché uccidere un banchiere che aveva partecipato ai negoziati con i russi? Su questo la fonte de Il Giornale non ha grandi certezze. «Per quanto ne sappiamo è stato accusato di tradimento per aver fornito ai russi informazioni durante i negoziati e per essersi dimostrato troppo incline alla trattativa». Ma a suscitare altre ombre contribuisce il fatto che il suo nome non è mai stato inserito nella lista ufficiale della delegazione ucraina mentre il suo volto compare nella foto ufficiale dei colloqui. Di certo la notizia dell'uccisione del banchiere, sconosciuto in Italia, ma assai noto in Ucraina, è il segnale di una frattura all'interno dei servizi di sicurezza ucraini divisi tra chi vorrebbe una maggior disponibilità al dialogo con Mosca e chi invece come, il presidente Volodymir Zelensky, è indisponibile a qualsiasi cedimento. «Kireyev - spiega un altra fonte ucraina al Giornale - era molto legato a Ivan Bakanov l'uomo che oltre a guidare l'Sbu dal 2019 è anche un amico d'infanzia del presidente Zelensky. Anche per questo si sentiva assai sicuro. Non a caso il primo dipartimento dell'Sbu gli aveva assegnato un'auto blindata e una scorta». Ma dunque chi all'interno dei servizi avrebbe ordinato la sua esecuzione? E per quale motivo?

Per capirlo bisogna andare ai primi di febbraio quando un'inchiesta della televisione ucraina Channel 5 accusa il banchiere di lavorare - con il nome in codice di Khoroshiy - sia per il ministro della Difesa russo sia per l'Fsb, i servizi segreti russi eredi del Kgb. Stando all'emittente, che cita anche le ricerche del blogger Yaroslav Bondar, il banchiere lavorerebbe per Mosca sin dal 2006 e avrebbe fornito molte informazioni sulle armi americane ed inglesi arrivate a Kiev dopo il 2014. Come se non bastasse l'indagine l'accusava di aver mantenuto legami assai sospetti con i fratelli Klyuev, una famiglia di oligarchi fuoriusciti dal paese nel 2014 di cui Kireyev si avrebbe continuato a gestire proprietà ed introiti. Un'attività a dir poco pericolosa visto che l'intelligence britannica aveva identificato Andry Klyuyev come uno dei politici di riferimento del Cremlino. Anche per questo Denis Kireyev sarebbe stato fin dal 2020 al centro di un'inchiesta per spionaggio chiusa però per mancanza di prove.

A riattizzare i sospetti sulla fedeltà del banchiere avrebbe contribuito una sua foto scattata sulla Piazza Rossa il 19 gennaio scorso quando già si parlava di imminente invasione. Quella rivelazione non aveva preoccupato Kireyev, lui contava molto sull'amicizia del capo del Sub - spiega la fonte del Giornale - ma non aveva calcolato che gli alleati occidentali avevano preparato un dossier su di lui. Dopo l'arrivo di quel dossier è stato inserito in una lista di obbiettivi e neanche Bakanov ha potuto più aiutarlo.

Probabilmente la decisione di partecipare ai negoziati giocando un ruolo apparso troppo moderato rispetto alle richieste russe gli è costata la vita».

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