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Paghiamo per farci invadere dai clandestini

L'Italia è la mecca degli sbarchi: accogliamo (a peso d'oro) l'85% dei disperati del Mediterraneo

Paghiamo per farci invadere dai clandestini

È sconvolgente: nel Mediterraneo quasi 9 clandestini su 10 sbarcano in Italia! È semplicemente folle che su 75mila clandestini (migranti e rifugiati nel lessico del politicamente corretto) sbarcati via mare sulle coste dell'Europa meridionale nel primo semestre del 2014, ben 63.884, pari all'85%, siano arrivati in Italia, mentre solo il restante 15% sia stato accolto dalla Grecia (10.080), Spagna (1.000) e Malta (227). Se aggiungiamo i 21mila clandestini sbarcati in Italia nelle prime tre settimane di luglio, cioè 7mila a settimana, circa il doppio di quanti sono riusciti ad arrivare in Grecia, Spagna e Malta in 6 mesi, l'ammontare dei «nostri» clandestini arrivava a 84.884 fino a 17 giorni fa secondo il conteggio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Ed è così che ad oggi sono circa 100mila i clandestini sbarcati in Italia, più del doppio di quelli arrivati nel 2013 (42.925) e più di 7 volte quelli arrivati nel 2012 (circa 13mila).

Com'è possibile che l'Italia si sia trasformata nella Mecca dei clandestini di tutto il mondo? Perché mai quasi tutti gli sfortunati della terra approdano sulle nostre coste sia che provengano dalle vicine sponde meridionale e orientale del Mediterraneo, sia che partano dall'Africa sub-sahariana, dall'Asia o dal Sud America?

La risposta è semplice ed è singolare: siamo l'unico Stato al mondo che sta investendo le proprie risorse per farsi auto-invadere, dedicando le proprie forze navali ed aeronautiche per prelevare i clandestini imbarcati su fatiscenti carrette del mare, spingendosi fino al limite delle acque territoriali straniere, per portarli a bordo delle nostre sicure imbarcazioni sulle nostre coste. Così come siamo l'unico Stato al mondo che ha abolito il reato penale di clandestinità finendo di fatto per legittimare la clandestinità, non contestando alcun reato ai clandestini, accogliendoli aprioristicamente in strutture finalizzate alla loro difficilissima identificazione dal momento che gran parte viaggia senza documenti, da dove di fatto sono liberi di dileguarsi se, quando e come vogliono. Va bene così a loro e va benissimo così anche a noi, sperando che riescano a raggiungere altri Paesi europei dove potrebbero avere maggiori opportunità di trovare lavoro o di essere ospitati da familiari o amici. Questa anomalia giuridica e amministrativa è talmente evidente che in Italia rischia di diventare reato il semplice fatto di definire «clandestino» il clandestino. I mezzi di comunicazione di massa si sono adeguati a una sorta di codice «politicamente corretto» che ingiunge di qualificare i clandestini come «migranti» o «richiedenti asilo», ignorando la realtà del loro arrivo in modo clandestino all'interno delle nostre frontiere.

Ugualmente siamo l'unico Stato al mondo che accetta di collaborare con la criminalità organizzata che lucra sulla pelle dei clandestini, imponendo una taglia di almeno 1000 dollari a testa per la traversata del Mediterraneo. Sono oltre dieci anni che l'Italia, da un lato, denuncia con prove ineccepibili la brutale realtà di questa criminalità organizzata i cui profitti superano quelli del traffico della droga, e dall'altro continua a favorire quest'attività rendendosi fin troppo disponibile a soccorrere e a prelevare i clandestini che hanno già pagato la taglia alla criminalità organizzata. Com'è possibile che nessun magistrato abbia finora ritenuto di dover procedere d'ufficio contro lo Stato, in presenza della flagranza del reato di concorso nell'attività della criminalità organizzata dedita al traffico di esseri umani?

Infine siamo l'unico Stato al mondo che non bada a spese e si adopera in tutto e per tutto per favorire i clandestini, anche a costo di mettersi contro la propria popolazione, minandone la sicurezza e danneggiandone l'interesse economico. Al punto che chi ci governa è riuscito a rendere gli italiani discriminati a casa propria, vittime di un razzismo all'inverso, dove inevitabilmente l'odio e la violenza finiranno per esplodere non perché gli italiani coltivino atteggiamenti razzisti ma perché devono legittimamente salvaguardare il diritto a beneficiare in via primaria delle risorse e dei servizi propri degli italiani.

Abbiamo purtroppo un altro primato mondiale: siamo incapaci di cambiare anche in presenza del palese fallimento delle nostre scelte, come dimostrano gli almeno 800 clandestini morti affogati al largo delle nostre coste nei primi sei mesi del 2014 che attestano il clamoroso fallimento dell'operazione Mare nostrum; l'esplosione delle violenze sia all'interno dei vari Centri di accoglienza o di Identificazione ed espulsione fino alla loro devastazione fisica, sia tra i clandestini e gli italiani che vengono letteralmente assediati, minacciati, ricattati e aggrediti; le denunce dei sindaci che non ce la fanno proprio ad accollarsi le spese dei clandestini minorenni che vengono assegnati d'autorità dalle Prefetture senza verificare né il gradimento della popolazione autoctona né la disponibilità delle risorse locali.

È arrivato il momento di dire: «Basta farci auto-invadere dai clandestini»! O chi ci governa e chi ci ispira, la Chiesa di Papa Francesco in primis, rinuncerà a questi primati deleteri e suicidi o saranno ineluttabilmente gli italiani ad affrancarsi dalla prigionia ideologica e fisica dell'immigrazionismo e del buonismo costi quel che costi.

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