In 10mila tornano a casa. La lotta al fango continua, in ansia per fiumi e frane

Lo sguardo al cielo, sperando che il tempo regga e le maniche ben rimboccate per salvare il salvabile e sgomberare strade e piazze dal fango

In 10mila tornano a casa. La lotta al fango continua, in ansia per fiumi e frane
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Lo sguardo al cielo, sperando che il tempo regga e le maniche ben rimboccate per salvare il salvabile e sgomberare strade e piazze dal fango. Sarà un'altra giornata di passione e paura in Emilia Romagna. Ieri una tregua, con un timido sole che ha concesso una tregua e messo ancora più in evidenza il dramma che ha colpito la Regione. Oggi tornerà l'allerta rossa. Sono previste piogge deboli ma su un territorio già saturo, basta e avanza per tenere l'attenzione al massimo. I rischi sono idrogeologici, con le frane che minacciano buona parte del territorio, e idraulici, con la piena dei fiumi che rappresenta probabilmente il pericolo maggiore.

La situazione resta complicatissima, ma non ha fermato nemmeno per un secondo l'attività di uomini della Protezione civile e dei vigili del fuoco (oltre 4mila gli interventi compiuti) e dei tantissimi volontari. Il prefetto di Ravenna De Rosa ha invitato a lasciare libere le strade per i soccorsi chiedendo di «non andare nelle zone alluvionate» per non intasare le strade finendo, anche quando mossi da buona volontà, con l'ostacolare i soccorsi. Alcuni numeri fanno ben sperare: calano a quota 26mila gli sfollati, di cui quasi 20mila solo nella provincia di Ravenna, con 10mila persone che sono potute tornare nello loro case. Gli sfollati sono stati accolti chi in albergo, chi nelle strutture allestite dai Comuni tra cui scuole, palazzetti e palestre. Gli allagamenti continuano a interessare ben 43 comuni. Impressionante il dato relativo alle frane attive che nei 54 comuni colpiti sono 305 in totale. Utilizzati anche i droni che permettono di monitorare il territorio dove le strade non sono percorribili con gli interventi di assistenza che proseguono 24 ore su 24. Oggi riaprirà la circolazione ferroviaria nel tratto Forlì-Rimini, riducendo l'interruzione della linea Bologna-Rimini al tratto compreso fra Faenza e Forlì con l'obiettivo di apertura quasi totale per il ponte del 2 giugno. Restano ancora chiuse invece numerose strade che hanno subito danni e devono ancora essere messe in sicurezza.

«Il sole adesso ci aiuta ma dobbiamo correre, come siamo abituati a fare, non possiamo permetterci che questo fango secchi», ha detto ieri la direttrice dell'Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile dell'Emilia Romagna Rita Nicolini. Tutti uniti, anche politicamente per una volta, con la premier Meloni e il governatore Bonaccini che hanno dato l'esempio mostrando una coesione bipartisan doverosa in questi casi ma mai scontata e particolarmente apprezzata da chi vive nelle zone colpite. «Nessuno sapeva dove fosse dove sia la premier Meloni oggi e questo credo che sia un fatto molto apprezzabile perché di tutto abbiamo bisogno, in questo momento, tranne che di passerelle», ha confermato il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, dopo il vertice in Prefettura con il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio in cui ha ribadito che «ogni persona che ha subito danni deve essere indennizzata in maniera rapida e trasparente» per poi «ricostruire con un livello di sicurezza più alto di come era prima», ha aggiunto. «Ho ricevuto la telefonata di Giorgia Meloni. Mi ha assicurato che il governo ci sarà e che farà tutto il possibile. È questo un impegno che prendo sul serio», ha detto invece il sindaco di Cesena Enzo Lattuca. Sempre sul fronte istituzionale, fa riflettere la proposta del governatore del Veneto Luca Zaia che lancia l'idea di «una polizza catastrofale nazionale, come altri Paesi fanno. Perché i cittadini prima o poi dovranno essere aiutati», ha detto.

La Consulta del Volontariato di Ravenna ha lanciato una raccolta nazionale di materiali e generi di prima necessità per gestire «la fase due» dell'emergenza mentre continua incessante l'opera dei ragazzi, angeli del fango che non vogliono questa etichetta. A fare da contraltare a chi spala, chi fatica, chi aiuta in qualsiasi modo, spuntano anche i soliti, ignobili sciacalli. Fingendosi volontari pronti ad aiutare una coppia di anziani, li hanno invece derubati di 6mila euro che custodivano nella loro abitazione.

I responsabili, un uomo e una donna sono però subito stati individuati e arrestati dalle forze dell'ordine. Non saranno certo questi squallidi personaggio a mettere ombre sulle tante facce pulite al lavoro per contrastare questa tragica emergenza.

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