Non ti amo più, al contrario, io ti detesto. Sei una disgraziata, davvero stupida, una sciocca Cenerentola. Non mi hai mai scritto; non ami tuo marito; conosci bene il piacere che le tue lettere gli danno e non riesci nemmeno a scrivergli una mezza dozzina di parole! Che fai poi tutto il giorno, madame? Quale attività è così vitale da rubarti il tempo di scrivere al tuo amante devoto? Quale affetto soffoca e spinge da parte l'amore, l'amore tenero e costante che avevi promesso? Chi può essere questo meraviglioso nuovo amante da occupare ogni vostro momento, che governa le vostre giornate e impedisce di dare attenzione a tuo marito? Attenta Giuseppina; una bella notte le porte saranno abbattute e là io sarò. In verità, sono preoccupato, mio amore, di non ricevere tue notizie; scrivimi subito una lettera di quattro pagine di deliziose parole che riempiranno il mio cuore di emozione e gioia. Spero di tenerti quanto prima tra le braccia, e di coprirti con un milione di baci, ardenti come il sole equatoriale.
(A Giuseppina Beauharnais,
primavera 1797, Italia settentrionale)
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