«Abbiamo la possibilità di tornare a guidare roma. è un obiettivo assolutamente alla nostra portata e non dobbiamo farcelo sfuggire». Silvio berlusconi, intervenendo telefonicamente ad una manifestazione di forza italia organizzata ad anzio da adriano palozzi, mette il campidoglio nel mirino. «dobbiamo farci trovare pronti. tutti sapete che roma è diventata simbolo di mala amministrazione e di mala gestione. Le dimissioni del sindaco marino, arrivate fin troppo tardi, offrono la possibilità di recuperare quel rapporto di fiducia con i cittadini che era venuto meno per causa di una politica inconcludente e corrotta. siamo chiamati a ridare alla politica la dignità che merita, avvicinandola alle famiglie, alle imprese, ai cittadini».
I contatti tra i massimi dirigenti del centrodestra sono già iniziati. La volontà è quella di presentare una coalizione unita pronta a remare a favore di un unico candidato. La rosa dei nomi appare ristretta: Alfio Marchini e Giorgia Meloni. Il costruttore romano ha messo in campo in questi anni un'opposizione molto forte a Marino e alla maggioranza guidata dal Pd e ha anche partecipato a due manifestazioni organizzate da Antonio Tajani. Il suo nome sarebbe gradito a Forza Italia e a Ncd e lo stesso Berlusconi si è intrattenuto con lui al telefono per circa mezzora nella giornata di sabato. Nel corso dell'intervento ad Anzio c'è stato anche un equivoco sonoro che ha fatto pensare a una investitura ufficiale da parte di Berlusconi per Alfio Marchini. L'ex premier, infatti, nei saluti di chiusura ha pronunciato un «Forza Anzio» da qualcuno inizialmente interpretato come un «Forza Alfio».
Su Marchini resistono le perplessità di Fratelli d'Italia e Lega. Secondo loro un imprenditore farebbe fatica ad affermarsi in periferia e recuperare gli astenuti del 2013 (oltre un milione). Marchini, inoltre, vorrebbe presentarsi solo con liste civiche. Una mediazione potrebbe essere trovata presentando Marchini come candidato sindaco e offrendo a Giorgia Meloni la candidatura per la Regione Lazio. In ogni caso sta crescendo la consapevolezza che non si può rischiare con il fuoco. Perché come spiega Gianfranco Rotondi, leader di Rivoluzione Cristiana, «ci troviamo nella stessa situazione della Dc nel '93. Se non si entra ai ballottaggi a Roma rischiamo di non esserci più e di dividerci tra quanti si schiereranno dalla parte di Renzi o dei Cinque stelle».
Berlusconi, nel suo intervento, torna a esprimere l'auspicio di una modifica della legge elettorale con il premio alla coalizione. «Renzi con il voto di un italiano su sei, il 15% degli aventi diritto, cambia legge elettorale e Costituzione, facendo sì che la prossima volta ci sarà una lista unica, se non riusciremo a cambiarla, sotto il suo dominio e una sola Camera per fare le leggi. Sono i presupposti per un possibile regime». Per questo Berlusconi sprona a combattere contro «la deriva autoritaria» «ricordando quel che fecero quei valorosi giovani alleati che nel gennaio del '44 sbarcarono proprio ad Anzio per sconfiggere il fascismo e il nazismo». Sullo sfondo arriva un segnale interessante da parte di Matteo Salvini per Maurizio Lupi. «Dico no ad Alfano.
So per certo che dove c'è lui non c'è la Lega. Se poi nel centrodestra o in Ncd qualcuno arriva a questa stessa conclusione, parliamone». In sostanza l'apertura di uno spiraglio per la candidatura a Milano dell'ex ministro delle Infrastrutture.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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