Urso vara il tavolo anti-caporalato

Il 15 ottobre aziende della moda a raccolta

Urso vara il tavolo anti-caporalato
00:00 00:00

"Servono leggi adeguate, che controllano meravigliosamente tutto, ma dateci la possibilità di lavorare e di non essere massacrati da scoop mediatici che durano 24 ore e poi non ne resta nulla", ha detto ieri il presidente di Tod's, Diego Della Valle, dal palco del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Capri dopo aver respinto con decisione ogni accusa di caporalato.

L'appello è stato subito raccolto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (in foto), che ha illustrato all'imprenditore il provvedimento legislativo il cui obiettivo, d'intesa con le associazioni del settore, è di garantire la piena legalità della filiera produttiva, prevedendo che i brand della moda che producono nel nostro Paese possano certificare in via preventiva, con un ente terzo, le aziende della loro filiera sul piano della piena legalità. "Dobbiamo necessariamente dare una risposta, elevando da subito la sostenibilità della filiera e garantendo ai consumatori mondiali che il Made in Italy è anche bellezza nella legalità", ha detto Urso. Le iniziative a tutela della moda italiana sono state anche al centro di tre distinti confronti telefonici che il ministro ha avuto sempre ieri con il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, con il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, e con il presidente di Fondazione Altagamma, Matteo Lunelli. Urso ha annunciato la convocazione di un tavolo urgente per il prossimo 15 ottobre con Sburlati, Capasa e Lunelli, insieme ai presidenti di Confartigianato Moda e di Cna Moda.

L'incontro servirà a definire le misure per la tutela della reputazione del Made in Italy e per contrastare l'invasione dei prodotti del fast fashion, oltre che a fare il punto sulle ulteriori iniziative in vista del Tavolo della Moda, già fissato per il 17 novembre.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica