È stato detto e ridetto che adesso sta a noi decidere la nostra sorte. Se andare avanti nella Fase due o tornare alla casella di partenza con nuovi lockdown. Eventuali nuove chiusure saranno stabilite in base all'andamento dell'epidemia grazie a precisi parametri indicati dal ministero della Salute. Sono una ventina e verranno monitorati costantemente, come il tasso di contagio R zero e la pressione sui pronto soccorso.
I dati di tutti i territori verranno aggiornati attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale e funzioneranno da campanello d'allarme. Quando supereranno la soglia stabilita si interverrà chiudendo le aree a rischio per stroncare sul nascere nuovi focolai. Una prima valutazione gli esperti della cabina di regia la faranno già dall'11 maggio, quando si potrà avere un'idea degli effetti del graduale allentamento delle misure avviato dal 4 maggio, anche se gli epidemiologi si aspettano un aumento dei casi nei primi 15-20 giorni dopo le riaperture. Soltanto la settimana successiva, dunque, si tireranno le somme dei comportamenti più o meno virtuosi dei cittadini e si deciderà se stringere la cinghia o continuare a procedere spediti verso la fine dell'emergenza. Ogni regione avrà i suoi valori soglia da tenere a bada. In Lombardia, per esempio, il 18 maggio si rischia di dover di nuovo dire addio alle passeggiate sui Navigli se si supera la soglia dei 500 nuovi contagi al giorno.
L'osservato speciale è sempre l'indice R zero, che deve rimanere al di sotto dell'1 in modo che i nuovi casi Covid possano essere contenuti senza sovraccaricare i servizi sanitari. Una spia decisiva per la tenuta del sistema sanitario è il numero dei posti in terapia intensiva. Il livello di guardia è il 40 per cento. Se si supera, si torna in Fase uno. Anche i tamponi hanno una loro soglia e l'allerta scatta quando il valore supera il livello di guardia. Il percorso da seguire per lasciarci alle spalle l'epidemia è indicato nell'allegato 10 dell'ultimo decreto del governo, dove la Fase due è divisa in due parti, quella della transizione iniziale e della transizione avanzata. Per passare alla seconda ciascuna regione dovrà avere un trend di miglioramento mensile del 60 per cento di contagiati, ricoverati, pazienti in terapia intensiva, positivi in isolamento domiciliare.
Altri indicatori sono l'abilità di testare tempestivamente i casi sospetti, effettuando tamponi anche prima di arrivare in ospedale, e il contact-tracing, la capacità di rintracciare rapidamente i positivi e le persone che hanno avuto contatti con loro per metterli in quarantena. Se i criteri indicati non vengono soddisfatti e i dati peggiorano si torna indietro.
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