Quello degli spostamenti tra regioni è un tema che sta a cuore a molti, soprattutto alle soglie dell'estate, quando chi può si sposta nelle seconde case. Per il momento è possibile muoversi da una regione all'altra per comprovati motivi di lavoro, salute o urgenza. Ma dal 25 maggio è probabile che si potrà farlo liberamente. L'idea su cui sta lavorando il governo, però, è quella di riaprire in modo graduale cominciando dalle zone dove i contagi sono più contenuti, mantenendo chiusi i confini di quelle dove l'epidemia non è ancora sotto controllo, quindi dalla Toscana in giù. Ma il governatore della Liguria, Giovanni Toti, preme: «Occorre riaprire i confini».
Intanto è il 18 maggio la data attesa da tanti. Non solo dai negozianti che finalmente potranno alzare le saracinesche, ma anche da parrucchieri, estetisti, bar e ristoranti che potrebbero ripartire in anticipo, non più il primo giugno. Almeno in quei territori dove la situazione sanitaria lo consente. È stato il premier Conte ad confermare la possibilità di anticipare qualche apertura - nonostante gli epidemiologici consiglino una maggiore prudenza - dopo il pressing degli amministratori locali, di parte della maggioranza e dei commercianti schiacciati dalla crisi. Molte regioni hanno chiesto di muoversi in autonomia, c'è chi vuole accelerare, come il Veneto, e chi, come il Lazio, preferisce aspettare gli esiti del monitoraggio della curva epidemiologica e muoversi con il governo. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, invita alla cautela: «Dobbiamo gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture. Nessuna fuga in avanti, ci vuole ancora tanta responsabilità altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora. Dobbiamo ascoltare i nostri scienziati e il monitoraggio costante che si sta facendo. Solo tra qualche giorno misureremo esattamente gli effetti delle aperture fatte finora».
Entro il fine settimana arriverà sul tavolo di Conte un nuovo documento della task-force guidata da Vittorio Colao, con le indicazioni dei vari esperti che la compongono sulle possibili strade da intraprendere per rilanciare tutto il sistema Italia messo in ginocchio da oltre due mesi di lockdown. Proposte concrete, formulate dall'ex ad di Vodafone dopo un confronto con manager e imprenditori in grado di fornire idee utili al governo per affrontare le prossime tappe dell'emergenza, che non è più solo sanitaria ma anche economica. Una situazione di stagnazione dalla quale il presidente Sergio Mattarella è certo che il Paese saprà uscire, progettando la ripartenza con coesione: «L'Italia sta affrontando con energia e responsabilità l'attuale, difficile prova. Il virus ha spezzato tante vite e impresso nella nostra memoria immagini che non dimenticheremo.
Ma la coesione di cui siamo stati capaci, la capacità dei medici e degli operatori sanitari, la dedizione di chi ha svolto servizi essenziali ci ha consentito di superare i passaggi più critici e di progettare ora una ripartenza».
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